Ormai è delirio totale, collettivo: siamo in quei momenti storici i cui «la morale fa bancarotta», citando HannahArendt. Ovvero la morale collettiva collassa sotto il peso delle deliranti narrazioni con le quali governanti e giornalisti di regime paludano gli interessi materiali delle plutocrazie.
Lo spettacolo osceno con cui il furgoncino valicava messianicamente le Alpi a Natale, scortato dall’esercito, in un’atmosfera tra il film trash hollywoodiano e una sgangherata avanzata dei magi, passerà alla storia come i tragicomici cortometraggi propagandistici dell’Istituto Luce nel ventennio fascista.
Purtroppo in gran parte del mondo – a parte l’Africa, come si rammarica Bill Gates, che si aspettava più contagi – il terrorismo mediatico sul Covid19 non conosce sosta da quasi un anno: al terrorismo economico che asfissia e deprime le coscienze si è aggiunto il terrorismo epidemico.
Siamo di fronte a una vera e propria tortura morale e psicologica di massa: se già dopo il primo lockdown la stragrande maggioranza di bambini e giovani – circa due su tre – aveva già riportato danni psicologici, dopo un anno possiamo aspettarci statistiche che faranno impallidire. Il tessuto sociale si sta sfaldando ovunque, la struttura economica si è praticamente sgretolata: ristoratori, esercenti e intere categorie di imprese e piccole attività economiche sono in bancarotta. L’angoscia da segregazione e la diffidenza reciproca si mescolano con il protrarsi della crisi e l’aggravarsi delle condizioni economiche: un cocktail micidiale anche per le psicologie più solide. Un godimento osceno per chi vuole riplasmare una società oscena a sua immagine e somiglianza.
Ed ecco che, in questa notte d’inverno senza fine, si annuncia contemporaneamente in tutto il mondo la luce, il salvatore che s’incarna grazie all’immacolato grembo di Big Pharma. Ai fedeli potrà essere così conferito il nuovo sacramento, la nuova eucaristia: il mistero della grazia divina si presenta sotto la forma di una pozione segreta, segretissima. Così segreta che nessuno sa che effetti produca, così come nessuno sa qual è il disegno divino. La promessa è quella di portare sollievo psicologico fintanto che il sacramento verrà amministrato ripetutamente, con nuove dosi, vita natural durante: ma la promessa di alleggerimento delle pene inflitte non prevede la fine delle dolorose restrizioni e dell’indigenza diffusa, in quanto l’efficacia del sacramento vaccinale è appunto sconosciuta,e in nessun paese occidentale si accenna infatti alla fine di questo stato di eccezione permanente e alle relative autoritarie limitazioni di libertà.
Il vaccino non è un semplice articolo commerciale, è un articolo di fede.
Che i battisteri siano quindi eretti nelle piazze, che i fedeli possano accodarsi con tutto il corredo liturgico – mascherine e igienizzante santo – per ricevere il mistero vaccinale. La fede nella TV unisce questa unica assemblea di credenti che, pia, non può peccare di assembramento.
In tutto il mondo questa nuova chiesa biotecnologica – con i suoi sacerdoti di cui l’altare è la cattedra e la cui santità si valuta dalla quantità di citazioni riscontrabili nei testi sacri, le prestigiose «riviste scientifiche» – evangelizza masse di nevrotici terrorizzati ed alienati. Dal pulpito della TV i sacerdoti del culto scientista moralizzano folle di fedeli che trasformano paure, frustrazioni e insicurezza in livore verso i miscredenti, i negazionisti, gli infedeli: i novax. Coloro che si fanno ingannare dal veleno diabolico che scorre nei bassi fondi di Internet, dove esseri mefistofelici spacciano fake news. Creature degli abissi che mettono in dubbio la fede nella TV e dei politici del partito del cuore. L’atto di fede e il credo devono essere recitati dal settanta, l’ottanta o finanche il novanta per cento dell’ecumene globale perché l’umanità sia redenta. Si sa, il pastore, cari pecoroni, vuole l’immunità di gregge: se non si arriverà a una certa soglia di battezzati come impone la nuova istituzione ecclesiale, e non verranno somministrate miliardi di dosi di vaccino, il demonio, il peccato virale, non potrà essere estirpato. Già sacerdoti, anche beatificati dal premio Nobel, sono stati accusati di apostasia o messi sotto processo come ciarlatani per affermazioni eterodosse, eretiche. Nessuno deve ostacolare il raggiungimento dell’obiettivo funzionale alla redenzione e alla resurrezione, ovvero somministrare vaccini alla totalità dell’ecumene mondiale… appartenente alle classi subalterne.
I poveri, si sa, nascono col peccato originale. Quello di essere poveri.
E, come sta scritto, a diventar ricchi si pecca: e i ricchi non vogliono che i poveri pecchino. Per evitare che i poveri pecchino, ingrassino, e non riescano più “a passare dalle crune degli aghi”, è necessario che i ricchi intervengano. Vanno limitate le calorie a disposizione dei poveri. Niente di misterioso, più consumano, più emettono CO2 che, come sanno bene quelli della setta ecologista, arreca danno alla natura, la quale poi se la prende e si vendica: quindi meno i poveri consumano, meno lasciano la loro inopportuna impronta ecologica. Il povero ha bisogno di una dieta morale.
L’aritmetica che deriva dallo studio ghematrico dei sacri testi scientifici ci permette di concludere che il modo più efficace per diminuire l’impatto ambientale non è solo rendere i poveri più poveri, ma proprio abbatterne il numero. Meno poveri, meno CO2, meno inquinamento, meno discariche, meno cose brutte: la miseria è brutta e i poveri, riproducendosi, abbruttiscono, fanno ammalare, la natura, il pianeta. La soluzione alla povertà delle élite è nota dai tempi di Malthus: per abbattere la povertà è necessario abbattere i poveri.
Gli ecologisti, ovvero gli adepti della setta di Gaia, di madre Terra, sono già in giubilo da un anno constatando i benefici in termine di impatto ambientale ottenuti grazie al lockdown, al blocco della mobilità e alla digitalizzazione forzata.
I poveri devono ricevere il nuovo sacramento: oltre ad essere battesimo ed eucaristia, è anche estrema unzione?
In preparazione a questo percorso religioso, la confessione di massa è stata facilitata grazie alle meraviglie della digitalizzazione: ora i ricchi e il loro clero possono sapere tutto dei poveri, dei loro peccati, e potranno imporre le giuste penitenze ed elargire i meritati premi. Si potrà controllare l’adesione alla dottrina scientista, la fede, e quindi la purezza dell’anima grazie al primo dei nuovi documenti sacri, un certificato di battesimo: «il passaporto vaccinale».
(Oltre a ricordare che non ci può essere lotta politica senza lotta di classe, e che coscienza nazionale e di classe sono incompatibili con l’alienazione della fede scientista, con la paura del contagio e con l’autocolpevolizzazione di essere untori, ricordiamo che la libertà non è un bene negoziabile: una volta alienata questa cessa di essere ciò che è. Buon Anno.)
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Grandi e vaccinati: nuovi culti e nuovi sacramenti
Ormai è delirio totale, collettivo: siamo in quei momenti storici i cui «la morale fa bancarotta», citando Hannah Arendt. Ovvero la morale collettiva collassa sotto il peso delle deliranti narrazioni con le quali governanti e giornalisti di regime paludano gli interessi materiali delle plutocrazie.
Lo spettacolo osceno con cui il furgoncino valicava messianicamente le Alpi a Natale, scortato dall’esercito, in un’atmosfera tra il film trash hollywoodiano e una sgangherata avanzata dei magi, passerà alla storia come i tragicomici cortometraggi propagandistici dell’Istituto Luce nel ventennio fascista.
Purtroppo in gran parte del mondo – a parte l’Africa, come si rammarica Bill Gates, che si aspettava più contagi – il terrorismo mediatico sul Covid19 non conosce sosta da quasi un anno: al terrorismo economico che asfissia e deprime le coscienze si è aggiunto il terrorismo epidemico.
Siamo di fronte a una vera e propria tortura morale e psicologica di massa: se già dopo il primo lockdown la stragrande maggioranza di bambini e giovani – circa due su tre – aveva già riportato danni psicologici, dopo un anno possiamo aspettarci statistiche che faranno impallidire. Il tessuto sociale si sta sfaldando ovunque, la struttura economica si è praticamente sgretolata: ristoratori, esercenti e intere categorie di imprese e piccole attività economiche sono in bancarotta. L’angoscia da segregazione e la diffidenza reciproca si mescolano con il protrarsi della crisi e l’aggravarsi delle condizioni economiche: un cocktail micidiale anche per le psicologie più solide. Un godimento osceno per chi vuole riplasmare una società oscena a sua immagine e somiglianza.
Ed ecco che, in questa notte d’inverno senza fine, si annuncia contemporaneamente in tutto il mondo la luce, il salvatore che s’incarna grazie all’immacolato grembo di Big Pharma. Ai fedeli potrà essere così conferito il nuovo sacramento, la nuova eucaristia: il mistero della grazia divina si presenta sotto la forma di una pozione segreta, segretissima. Così segreta che nessuno sa che effetti produca, così come nessuno sa qual è il disegno divino. La promessa è quella di portare sollievo psicologico fintanto che il sacramento verrà amministrato ripetutamente, con nuove dosi, vita natural durante: ma la promessa di alleggerimento delle pene inflitte non prevede la fine delle dolorose restrizioni e dell’indigenza diffusa, in quanto l’efficacia del sacramento vaccinale è appunto sconosciuta, e in nessun paese occidentale si accenna infatti alla fine di questo stato di eccezione permanente e alle relative autoritarie limitazioni di libertà.
Il vaccino non è un semplice articolo commerciale, è un articolo di fede.
Che i battisteri siano quindi eretti nelle piazze, che i fedeli possano accodarsi con tutto il corredo liturgico – mascherine e igienizzante santo – per ricevere il mistero vaccinale. La fede nella TV unisce questa unica assemblea di credenti che, pia, non può peccare di assembramento.
In tutto il mondo questa nuova chiesa biotecnologica – con i suoi sacerdoti di cui l’altare è la cattedra e la cui santità si valuta dalla quantità di citazioni riscontrabili nei testi sacri, le prestigiose «riviste scientifiche» – evangelizza masse di nevrotici terrorizzati ed alienati. Dal pulpito della TV i sacerdoti del culto scientista moralizzano folle di fedeli che trasformano paure, frustrazioni e insicurezza in livore verso i miscredenti, i negazionisti, gli infedeli: i novax. Coloro che si fanno ingannare dal veleno diabolico che scorre nei bassi fondi di Internet, dove esseri mefistofelici spacciano fake news. Creature degli abissi che mettono in dubbio la fede nella TV e dei politici del partito del cuore. L’atto di fede e il credo devono essere recitati dal settanta, l’ottanta o finanche il novanta per cento dell’ecumene globale perché l’umanità sia redenta. Si sa, il pastore, cari pecoroni, vuole l’immunità di gregge: se non si arriverà a una certa soglia di battezzati come impone la nuova istituzione ecclesiale, e non verranno somministrate miliardi di dosi di vaccino, il demonio, il peccato virale, non potrà essere estirpato. Già sacerdoti, anche beatificati dal premio Nobel, sono stati accusati di apostasia o messi sotto processo come ciarlatani per affermazioni eterodosse, eretiche. Nessuno deve ostacolare il raggiungimento dell’obiettivo funzionale alla redenzione e alla resurrezione, ovvero somministrare vaccini alla totalità dell’ecumene mondiale… appartenente alle classi subalterne.
I poveri, si sa, nascono col peccato originale. Quello di essere poveri.
E, come sta scritto, a diventar ricchi si pecca: e i ricchi non vogliono che i poveri pecchino. Per evitare che i poveri pecchino, ingrassino, e non riescano più “a passare dalle crune degli aghi”, è necessario che i ricchi intervengano. Vanno limitate le calorie a disposizione dei poveri. Niente di misterioso, più consumano, più emettono CO2 che, come sanno bene quelli della setta ecologista, arreca danno alla natura, la quale poi se la prende e si vendica: quindi meno i poveri consumano, meno lasciano la loro inopportuna impronta ecologica. Il povero ha bisogno di una dieta morale.
L’aritmetica che deriva dallo studio ghematrico dei sacri testi scientifici ci permette di concludere che il modo più efficace per diminuire l’impatto ambientale non è solo rendere i poveri più poveri, ma proprio abbatterne il numero. Meno poveri, meno CO2, meno inquinamento, meno discariche, meno cose brutte: la miseria è brutta e i poveri, riproducendosi, abbruttiscono, fanno ammalare, la natura, il pianeta. La soluzione alla povertà delle élite è nota dai tempi di Malthus: per abbattere la povertà è necessario abbattere i poveri.
Gli ecologisti, ovvero gli adepti della setta di Gaia, di madre Terra, sono già in giubilo da un anno constatando i benefici in termine di impatto ambientale ottenuti grazie al lockdown, al blocco della mobilità e alla digitalizzazione forzata.
I poveri devono ricevere il nuovo sacramento: oltre ad essere battesimo ed eucaristia, è anche estrema unzione?
In preparazione a questo percorso religioso, la confessione di massa è stata facilitata grazie alle meraviglie della digitalizzazione: ora i ricchi e il loro clero possono sapere tutto dei poveri, dei loro peccati, e potranno imporre le giuste penitenze ed elargire i meritati premi. Si potrà controllare l’adesione alla dottrina scientista, la fede, e quindi la purezza dell’anima grazie al primo dei nuovi documenti sacri, un certificato di battesimo: «il passaporto vaccinale».
(Oltre a ricordare che non ci può essere lotta politica senza lotta di classe, e che coscienza nazionale e di classe sono incompatibili con l’alienazione della fede scientista, con la paura del contagio e con l’autocolpevolizzazione di essere untori, ricordiamo che la libertà non è un bene negoziabile: una volta alienata questa cessa di essere ciò che è. Buon Anno.)