Negli ultimi giorni, il fuoco di fila dei media allineati alla volontà delle élite finanziarie europee, ha spostato il mirino dall’ormai incaricato premier Prof. Giuseppe Conte, al probabile nuovo ministro dell’economia Paolo Savona, creando il secondo inedito caso di “grave minaccia” alla sopravvivenza del Paese nella grottesca narrazione mediatica che accompagna la nascita del nuovo governo, guidato in tandem dai due partiti vincitori delle elezioni politiche del 4 marzo scorso, i cosiddetti “barbari” M5S e Lega.
Stiamo assistendo, in tutti i programmi tv, radio e giornali dedicati al tema in questione, ad una serie di dichiarazioni da parte dei vari giornalisti pseudo-economici, politologi e opinionisti di ogni sorta, che in sostanza – benché con locuzioni verbali il più possibile “rispettose” – accusano l’economista Paolo Savona di assoluta incompetenza. Essi infatti, pur riconoscendo allo stesso l’autorevolezza che è impossibile negargli, data l’esperienza e le altissime cariche già ricoperte in governi passati e in Banca d’Italia, paventano effetti catastrofici per l’economia italiana se egli assumesse la guida del relativo ministero, adducendo che “i mercati” smetterebbero immediatamente di finanziare il nostro deficit e andremmo in default (sic, ieri sera, Fubini).
Per non dover pensare che tali opinioni siano volute e consapevoli menzogne (peraltro ridicole), propalate in cambio di vantaggi personali di varia natura, si è costretti a desumere che chi le sostiene viva in uno stato di coscienza sospesa a metà fra il sogno e l’allucinazione, tipico dei seguaci delle sette religiose più estreme: una sorta di plagio mentale, in cui pare si trovino molti di coloro che praticano la religione estremista che venera sopra ogni altra cosa il dio dei “mercati”.
Questa frangia di estremisti del “Mercatesimo” (forse è il caso di coniare un termine ad hoc per denominare questa religione, visto il consistente numero di fedeli che conta a livello globale), crede in una supremazia dei Mercati su tutto e tutti ed auspica un governo supremo degli stessi che pieghi al proprio volere tutte le Istituzioni democratiche europee e mondiali, e – al pari dell’omologa setta (ISIS) che promuove lo Stato Islamico – dipinge gli “infedeli” (cioè chi contesta tale somma autorità) come assassini, barbari, razzisti, minorati mentali, insomma “nemici dei cittadini”.
Non si spiegherebbe altrimenti come persone di cultura medio-alta, talvolta (anche se di rado) con conoscenza delle basi della macroeconomia, possano affermare con tanta sicumera sciocchezze sulla presunta possibilità di un crollo verticale della fiducia degli investitori nell’economia italiana a causa dell’avvento di un ministro euroscettico (cosa che veniva altresì prospettata, ma non è ovviamente accaduta, già quando gli stessi inveivano contro la possibile elezione di Trump o la vittoria della Brexit) o, ancor più, delirano sull’imminente pericolo di un default sovrano in caso di scontro con i vertici UE (che per costoro sarebbe addirittura il “piano B” che propone Savona!!), sottacendo il particolare che la Banca d’Italia, in caso di emergenza, potrebbe sempre (come prima del 1981) essere utilizzata dal nostro Governo per acquistare i nostri titoli di Stato, laddove gli investitori esteri non dovessero più farlo (ipotesi comunque apocalittica ed inverosimile).
Purtroppo per loro, nonostante le affannose acrobazie logiche che sfidano ogni legge dell’economia senza pudori, l’effetto che tali seguaci del Mercatesimo raggiungono è uno soltanto: il progressivo aumento della sfiducia dei cittadini nei media mainstream.
Il crollo delle vendite dei giornali ne è un riflesso, ma soprattutto l’esito dei voti democratici sia nel continente che oltreoceano, dimostra che i Popoli non credono più a tali profeti di apocalissi varie, che tentano di pilotare il loro consenso verso la volontà delle élite finanziarie che si celano dietro la religione de “i mercati”, con il costante ridursi dei membri della setta a percentuali sempre minori, ben inferiore a quella dei Testimoni di Geova.
Dobbiamo rassegnarci dunque all’estinzione definitiva del giornalismo di informazione obiettivo, equidistante dalle opinioni di parte, capace di esporre solo fatti accertati e dare spazio a esponenti dei diversi fronti ideologici in pari misura? Se è così, ce ne faremo una ragione.
Finché residua qualche spazio di libertà su web (che peraltro, la Setta sta già provvedendo a censurare mascherando le epurazioni dei contenuti sgraditi come “lotta alle fake news”), potremo trovare lì le analisi neutrali ed obiettive che spiegano gli scenari possibili e realistici che abbiamo di fronte, e le notizie che i nostri giornali e tv tacciono del tutto, come ad esempio, la vera attuale minaccia all’economia europea, data dalla gravissima situazione di Deutsche Bank, la banca più indebitata del mondo, che ha annunciato ieri licenziamenti per oltre 7000 unità subendo un conseguente crollo dei titoli in borsa. Ma d’altronde, anche nel 2007, fino al giorno prima del fallimento di Lehman Brothers negli USA – da cui la peggiore crisi economica mondiale che si ricordi ha avuto origine – nessun giornale aveva diffuso allarmi sul suo imminente crollo. Le agenzie di rating statunitensi (controllate interamente dalle grandi banche USA) davano Lehman come investimento sicuro fino al giorno prima del default. Oggi, le stesse agenzie declassano il nostro debito sovrano per convincerci che il solo parlare di “ridiscutere i Trattati UE” sia altamente pericoloso. Quanto siano obiettive ed affidabili, dovrebbe essere ormai chiaro.
Parallelamente a questo lavoro di terrorismo mediatico, opera della propaganda filo-UE e mercatista sopra descritta, assistiamo alla individuazione della nuova classe “paria” del nostro tempo: quella dei “populisti”, che accomuna tutti coloro che propongono soluzioni e risposte ai problemi sul tavolo non in linea con il diktat della UE e dei Mercati.
Quella dei “populisti” viene presentata al pubblico come classe inferiore, sia intellettualmente (in quanto ignoranti, incompetenti, barbari) che moralmente ed eticamente (perché razzisti, fascisti, xenofobi, omofobi), al fine di giustificarne la delegittimazione e la discriminazione rispetto alla classe colta e pura degli “élitisti”, nelle cui mani dovremmo metterci con cieca fiducia per salvarci dal disastro.
Si tenta, così, di legittimare la violazione del principio di uguaglianza dei cittadini sancito dall’art. 3 della Costituzione – secondo cui “tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali nonostante la diversità di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche e di condizioni personali e sociali”, che rende IMPOSSIBILE per il Capo dello Stato, a meno di non configurare una gravissima lesione di tela fondamentale principio costituzionale e democratico, rifiutare la nomina di un economista come Paolo Savona a Ministro per l’economia del governo italiano, solo perché è un “populista” (cioè discriminandolo in ragione delle sue opinioni politiche).
Sappiamo che il Presidente Mattarella è sottoposto da molti giorni a enormi pressioni per tentare di indurlo a fermare la nascita del nuovo governo “populista”, tanto temuto e inviso alle élite finanziarie che governano l’UE ed i mercati. Continuiamo tuttavia a confidare nella sua forza morale e nella sua autonomia decisionale, che lo sostengono nel compimento del suo compito principale: la tutela della Costituzione – a partire dall’art. 1, che pone come unico sovrano nel nostro Ordinamento il Popolo italiano, e 3, che assicura l’uguaglianza dei cittadini italiani nei termini sopra richiamati – e la difesa della Patria, “sacro dovere per ogni cittadino” – a maggior ragione per il Presidente della Repubblica – ex art. 52 Costituzione (non solo – è logico ritenere -sotto il profilo militare e territoriale, ma anche sotto quello dell’autonomia politica, contro le ingerenze illecite di ogni potenza straniera di alcuna natura, sotto qualunque forma).
Tra i Mercati e il Popolo italiano, dunque, il Presidente della Repubblica sinora si è schierato con il secondo, secondo Costituzione, e non c’è ragione per dubitare che continuerà a farlo.
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I PROFETI DELL’APOCALISSE: LA SETTA DEI “MERCATISTI” ALL’ATTACCO DEL QUIRINALE.
Negli ultimi giorni, il fuoco di fila dei media allineati alla volontà delle élite finanziarie europee, ha spostato il mirino dall’ormai incaricato premier Prof. Giuseppe Conte, al probabile nuovo ministro dell’economia Paolo Savona, creando il secondo inedito caso di “grave minaccia” alla sopravvivenza del Paese nella grottesca narrazione mediatica che accompagna la nascita del nuovo governo, guidato in tandem dai due partiti vincitori delle elezioni politiche del 4 marzo scorso, i cosiddetti “barbari” M5S e Lega.
Stiamo assistendo, in tutti i programmi tv, radio e giornali dedicati al tema in questione, ad una serie di dichiarazioni da parte dei vari giornalisti pseudo-economici, politologi e opinionisti di ogni sorta, che in sostanza – benché con locuzioni verbali il più possibile “rispettose” – accusano l’economista Paolo Savona di assoluta incompetenza. Essi infatti, pur riconoscendo allo stesso l’autorevolezza che è impossibile negargli, data l’esperienza e le altissime cariche già ricoperte in governi passati e in Banca d’Italia, paventano effetti catastrofici per l’economia italiana se egli assumesse la guida del relativo ministero, adducendo che “i mercati” smetterebbero immediatamente di finanziare il nostro deficit e andremmo in default (sic, ieri sera, Fubini).
Per non dover pensare che tali opinioni siano volute e consapevoli menzogne (peraltro ridicole), propalate in cambio di vantaggi personali di varia natura, si è costretti a desumere che chi le sostiene viva in uno stato di coscienza sospesa a metà fra il sogno e l’allucinazione, tipico dei seguaci delle sette religiose più estreme: una sorta di plagio mentale, in cui pare si trovino molti di coloro che praticano la religione estremista che venera sopra ogni altra cosa il dio dei “mercati”.
Questa frangia di estremisti del “Mercatesimo” (forse è il caso di coniare un termine ad hoc per denominare questa religione, visto il consistente numero di fedeli che conta a livello globale), crede in una supremazia dei Mercati su tutto e tutti ed auspica un governo supremo degli stessi che pieghi al proprio volere tutte le Istituzioni democratiche europee e mondiali, e – al pari dell’omologa setta (ISIS) che promuove lo Stato Islamico – dipinge gli “infedeli” (cioè chi contesta tale somma autorità) come assassini, barbari, razzisti, minorati mentali, insomma “nemici dei cittadini”.
Non si spiegherebbe altrimenti come persone di cultura medio-alta, talvolta (anche se di rado) con conoscenza delle basi della macroeconomia, possano affermare con tanta sicumera sciocchezze sulla presunta possibilità di un crollo verticale della fiducia degli investitori nell’economia italiana a causa dell’avvento di un ministro euroscettico (cosa che veniva altresì prospettata, ma non è ovviamente accaduta, già quando gli stessi inveivano contro la possibile elezione di Trump o la vittoria della Brexit) o, ancor più, delirano sull’imminente pericolo di un default sovrano in caso di scontro con i vertici UE (che per costoro sarebbe addirittura il “piano B” che propone Savona!!), sottacendo il particolare che la Banca d’Italia, in caso di emergenza, potrebbe sempre (come prima del 1981) essere utilizzata dal nostro Governo per acquistare i nostri titoli di Stato, laddove gli investitori esteri non dovessero più farlo (ipotesi comunque apocalittica ed inverosimile).
Purtroppo per loro, nonostante le affannose acrobazie logiche che sfidano ogni legge dell’economia senza pudori, l’effetto che tali seguaci del Mercatesimo raggiungono è uno soltanto: il progressivo aumento della sfiducia dei cittadini nei media mainstream.
Il crollo delle vendite dei giornali ne è un riflesso, ma soprattutto l’esito dei voti democratici sia nel continente che oltreoceano, dimostra che i Popoli non credono più a tali profeti di apocalissi varie, che tentano di pilotare il loro consenso verso la volontà delle élite finanziarie che si celano dietro la religione de “i mercati”, con il costante ridursi dei membri della setta a percentuali sempre minori, ben inferiore a quella dei Testimoni di Geova.
Dobbiamo rassegnarci dunque all’estinzione definitiva del giornalismo di informazione obiettivo, equidistante dalle opinioni di parte, capace di esporre solo fatti accertati e dare spazio a esponenti dei diversi fronti ideologici in pari misura? Se è così, ce ne faremo una ragione.
Finché residua qualche spazio di libertà su web (che peraltro, la Setta sta già provvedendo a censurare mascherando le epurazioni dei contenuti sgraditi come “lotta alle fake news”), potremo trovare lì le analisi neutrali ed obiettive che spiegano gli scenari possibili e realistici che abbiamo di fronte, e le notizie che i nostri giornali e tv tacciono del tutto, come ad esempio, la vera attuale minaccia all’economia europea, data dalla gravissima situazione di Deutsche Bank, la banca più indebitata del mondo, che ha annunciato ieri licenziamenti per oltre 7000 unità subendo un conseguente crollo dei titoli in borsa. Ma d’altronde, anche nel 2007, fino al giorno prima del fallimento di Lehman Brothers negli USA – da cui la peggiore crisi economica mondiale che si ricordi ha avuto origine – nessun giornale aveva diffuso allarmi sul suo imminente crollo. Le agenzie di rating statunitensi (controllate interamente dalle grandi banche USA) davano Lehman come investimento sicuro fino al giorno prima del default. Oggi, le stesse agenzie declassano il nostro debito sovrano per convincerci che il solo parlare di “ridiscutere i Trattati UE” sia altamente pericoloso. Quanto siano obiettive ed affidabili, dovrebbe essere ormai chiaro.
Parallelamente a questo lavoro di terrorismo mediatico, opera della propaganda filo-UE e mercatista sopra descritta, assistiamo alla individuazione della nuova classe “paria” del nostro tempo: quella dei “populisti”, che accomuna tutti coloro che propongono soluzioni e risposte ai problemi sul tavolo non in linea con il diktat della UE e dei Mercati.
Quella dei “populisti” viene presentata al pubblico come classe inferiore, sia intellettualmente (in quanto ignoranti, incompetenti, barbari) che moralmente ed eticamente (perché razzisti, fascisti, xenofobi, omofobi), al fine di giustificarne la delegittimazione e la discriminazione rispetto alla classe colta e pura degli “élitisti”, nelle cui mani dovremmo metterci con cieca fiducia per salvarci dal disastro.
Si tenta, così, di legittimare la violazione del principio di uguaglianza dei cittadini sancito dall’art. 3 della Costituzione – secondo cui “tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali nonostante la diversità di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche e di condizioni personali e sociali”, che rende IMPOSSIBILE per il Capo dello Stato, a meno di non configurare una gravissima lesione di tela fondamentale principio costituzionale e democratico, rifiutare la nomina di un economista come Paolo Savona a Ministro per l’economia del governo italiano, solo perché è un “populista” (cioè discriminandolo in ragione delle sue opinioni politiche).
Sappiamo che il Presidente Mattarella è sottoposto da molti giorni a enormi pressioni per tentare di indurlo a fermare la nascita del nuovo governo “populista”, tanto temuto e inviso alle élite finanziarie che governano l’UE ed i mercati. Continuiamo tuttavia a confidare nella sua forza morale e nella sua autonomia decisionale, che lo sostengono nel compimento del suo compito principale: la tutela della Costituzione – a partire dall’art. 1, che pone come unico sovrano nel nostro Ordinamento il Popolo italiano, e 3, che assicura l’uguaglianza dei cittadini italiani nei termini sopra richiamati – e la difesa della Patria, “sacro dovere per ogni cittadino” – a maggior ragione per il Presidente della Repubblica – ex art. 52 Costituzione (non solo – è logico ritenere -sotto il profilo militare e territoriale, ma anche sotto quello dell’autonomia politica, contro le ingerenze illecite di ogni potenza straniera di alcuna natura, sotto qualunque forma).
Tra i Mercati e il Popolo italiano, dunque, il Presidente della Repubblica sinora si è schierato con il secondo, secondo Costituzione, e non c’è ragione per dubitare che continuerà a farlo.
Francesca Donato