Sono mesi che la parte politica sconfitta alle elezioni, comunemente denominata “sinistra”, usa ogni mezzo e non disdegna alcuna modalità pur di attaccare i rappresentanti dei partiti vincitori Lega e M5S. Ci siamo abituati: la lotta politica viene sempre più spesso combattuta con le armi dell’ignominia, delle accuse più strampalate, delle invettive verso l’avversario, invece che con quelle della proposta e della sfida sui contenuti e sugli ideali.
Ma da quando i due partiti “populisti” hanno formato il nuovo governo, gli attacchi sono divenuti quotidiani e sempre più violenti e il bersaglio delle più becere accuse da parte dei sedicenti “progressisti democratici” è nove volte su dieci sempre lo stesso: Matteo Salvini.
Il ruolo assunto dal Segretario della Lega – colui che ha portato il proprio partito a raccogliere il 17% alle urne il 4 marzo, nonché a guadagnare altri 10/12 punti percentuali secondo i sondaggi, da quando è al governo – ovvero quello di Ministro dell’Interno, oltre che di vice-Premier, fa sì che lo stesso venga costantemente fatto oggetto di diffamazioni e rappresentazioni che lo dipingono praticamente come un epigono di Adolf Hitler.
Abbiamo assistito nelle scorse settimane alle vomitate di insulti e alle sfide sprezzanti lanciate da Saviano, con toni e atteggiamenti degni di un personaggio dei film tratti dai suoi romanzi, tutte puntualmente enfatizzate ed acclamate dai suoi danti causa dell’area PD-boniniana; non passa giorno in cui dai salotti televisivi o dalle colonne dei giornali mainstream qualcuno non accusi Salvini (ed i suoi elettori) di razzismo, fascismo, nazionalismo, ignoranza, crudeltà, disumanità. Ogni attacco viene poi opportunamente fatto rimbalzare sui social network, con il dichiarato obiettivo di dare all’estero l’immagine di un’Italia governata all’insegna del razzismo, dell’incompetenza e della crudeltà.
Oggi la vetta dell’infamia accusatoria è stata raggiunta dal campione mediatico nel genere: il quotidiano Repubblica, che fa da sempre largo uso dei cannoni del fango per compensare la progressiva, costante ed inarrestabile discesa della popolarità e del potere della parte politica che la finanzia: il PD.
Su Repubblica, oggi, è stato pubblicato questo:
Tale vignetta, che ritrae un negriero intento a sparare su un servo immerso nell’acqua, il quale si rivolge al primo chiamandolo “Doctor Salvini”, riassume in sè una serie di offese piuttosto evidenti: dipinge Salvini come uno spietato “padrone” che sfrutta gli schiavi neri e li uccide con noncuranza, sparando loro mentre lavorano. Quindi, tradotto in aggettivi: negriero, sfruttatore, razzista, assassino, disumano, criminale (e si potrebbe continuare).
Essa si colloca, peraltro, all’interno di un articolo in cui lo stesso Ministro dell’Interno, in ragione del ruolo che riveste e della sua azione politica, viene accusato di utilizzare il linguaggio “dell’aggressione”, di “creare un mondo fittizio di realtà alternative” e di una “coerente e totale sostituzione di menzogne alla verità”.
Ora, credo sia evidente a tutti come questo martellamento mediatico quotidiano miri ad instillare nelle menti di chi già non condivide le politiche portate avanti dal governo in carica sul fronte immigrazione, un vero e proprio odio per Salvini, tale da renderlo possibilmente oggetto di attacchi di ogni genere: verbali, mediatici, ma anche fisici. In altre parole, qui non si tratta, a mio avviso, di semplice diffamazione, ma di vera incitazione all’odio e istigazione a delinquere. Pare, insomma, che a “sinistra” si voglia in tutti i modi aizzare qualche squilibrato o estremista “antifascista” a colpire il vicepremier, come se ciò fosse un atto di giustizia, in difesa di coloro che egli “perseguita”, secondo la distorta e malfidata visione proposta.
Che tutto ciò avvenga senza che nessun politico di altri schieramenti, nessun magistrato, e soprattutto, nessun garante delle Istituzioni della Repubblica Italiana insorga e protesti denunciando l’infamia di tali attacchi, è forse ancor più grave del fatto in sè: lascia quasi intendere che il biasimo sia unanime, che il silenzio abbia il significato di vile assenso da parte di coloro che assistono muti a tale infimo spettacolo.
Ciò lascia ancora più attonito e disgustato il Popolo italiano, che vede uno dei politici più sostenuti dal proprio consenso messo alla berlina perché osa mantenere le promesse fatte agli elettori – nel totale e costante rispetto delle leggi e delle regole democratiche – con ciò scontentando la minoranza che non condivide quelle scelte politiche.
Mi rammarico davvero di ciò che vedo, perché la conseguenza di tutto questo sarà un ulteriore svilimento del prestigio delle nostre Istituzioni in quanto tali, che agli occhi dei cittadini si mostrano ormai come autorevoli e rispettabili solo laddove ciò convenga ad una precisa parte politica: quella della sedicente “sinistra”.
Ma confido che l’Istituzione più importante e più alta della nostra Repubblica, ovvero il Popolo italiano, saprà riportare tutte le altre al ruolo che la Costituzione loro assegna, spazzando via dai ruoli rivestiti senza dignità né merito, coloro che ne tradiscono lo spirito più autentico, profondamente ed immancabilmente democratico e pluralista.
Per offrirti la migliore esperienza di navigazione possibile nel nostro sito Web utilizziamo cookie, anche di terza parte. OKPrivacy Policy
Privacy & Cookies Policy
Privacy Overview
This website uses cookies to improve your experience while you navigate through the website. Out of these cookies, the cookies that are categorized as necessary are stored on your browser as they are essential for the working of basic functionalities of the website. We also use third-party cookies that help us analyze and understand how you use this website. These cookies will be stored in your browser only with your consent. You also have the option to opt-out of these cookies. But opting out of some of these cookies may have an effect on your browsing experience.
Necessary cookies are absolutely essential for the website to function properly. This category only includes cookies that ensures basic functionalities and security features of the website. These cookies do not store any personal information.
Any cookies that may not be particularly necessary for the website to function and is used specifically to collect user personal data via analytics, ads, other embedded contents are termed as non-necessary cookies. It is mandatory to procure user consent prior to running these cookies on your website.
L’ISTIGAZIONE DELLA SINISTRA: GLI ODIERNI MARIO NEGRI
Sono mesi che la parte politica sconfitta alle elezioni, comunemente denominata “sinistra”, usa ogni mezzo e non disdegna alcuna modalità pur di attaccare i rappresentanti dei partiti vincitori Lega e M5S. Ci siamo abituati: la lotta politica viene sempre più spesso combattuta con le armi dell’ignominia, delle accuse più strampalate, delle invettive verso l’avversario, invece che con quelle della proposta e della sfida sui contenuti e sugli ideali.
Ma da quando i due partiti “populisti” hanno formato il nuovo governo, gli attacchi sono divenuti quotidiani e sempre più violenti e il bersaglio delle più becere accuse da parte dei sedicenti “progressisti democratici” è nove volte su dieci sempre lo stesso: Matteo Salvini.
Il ruolo assunto dal Segretario della Lega – colui che ha portato il proprio partito a raccogliere il 17% alle urne il 4 marzo, nonché a guadagnare altri 10/12 punti percentuali secondo i sondaggi, da quando è al governo – ovvero quello di Ministro dell’Interno, oltre che di vice-Premier, fa sì che lo stesso venga costantemente fatto oggetto di diffamazioni e rappresentazioni che lo dipingono praticamente come un epigono di Adolf Hitler.
Abbiamo assistito nelle scorse settimane alle vomitate di insulti e alle sfide sprezzanti lanciate da Saviano, con toni e atteggiamenti degni di un personaggio dei film tratti dai suoi romanzi, tutte puntualmente enfatizzate ed acclamate dai suoi danti causa dell’area PD-boniniana; non passa giorno in cui dai salotti televisivi o dalle colonne dei giornali mainstream qualcuno non accusi Salvini (ed i suoi elettori) di razzismo, fascismo, nazionalismo, ignoranza, crudeltà, disumanità. Ogni attacco viene poi opportunamente fatto rimbalzare sui social network, con il dichiarato obiettivo di dare all’estero l’immagine di un’Italia governata all’insegna del razzismo, dell’incompetenza e della crudeltà.
Oggi la vetta dell’infamia accusatoria è stata raggiunta dal campione mediatico nel genere: il quotidiano Repubblica, che fa da sempre largo uso dei cannoni del fango per compensare la progressiva, costante ed inarrestabile discesa della popolarità e del potere della parte politica che la finanzia: il PD.
Su Repubblica, oggi, è stato pubblicato questo:
Tale vignetta, che ritrae un negriero intento a sparare su un servo immerso nell’acqua, il quale si rivolge al primo chiamandolo “Doctor Salvini”, riassume in sè una serie di offese piuttosto evidenti: dipinge Salvini come uno spietato “padrone” che sfrutta gli schiavi neri e li uccide con noncuranza, sparando loro mentre lavorano. Quindi, tradotto in aggettivi: negriero, sfruttatore, razzista, assassino, disumano, criminale (e si potrebbe continuare).
Essa si colloca, peraltro, all’interno di un articolo in cui lo stesso Ministro dell’Interno, in ragione del ruolo che riveste e della sua azione politica, viene accusato di utilizzare il linguaggio “dell’aggressione”, di “creare un mondo fittizio di realtà alternative” e di una “coerente e totale sostituzione di menzogne alla verità”.
Ora, credo sia evidente a tutti come questo martellamento mediatico quotidiano miri ad instillare nelle menti di chi già non condivide le politiche portate avanti dal governo in carica sul fronte immigrazione, un vero e proprio odio per Salvini, tale da renderlo possibilmente oggetto di attacchi di ogni genere: verbali, mediatici, ma anche fisici. In altre parole, qui non si tratta, a mio avviso, di semplice diffamazione, ma di vera incitazione all’odio e istigazione a delinquere. Pare, insomma, che a “sinistra” si voglia in tutti i modi aizzare qualche squilibrato o estremista “antifascista” a colpire il vicepremier, come se ciò fosse un atto di giustizia, in difesa di coloro che egli “perseguita”, secondo la distorta e malfidata visione proposta.
Che tutto ciò avvenga senza che nessun politico di altri schieramenti, nessun magistrato, e soprattutto, nessun garante delle Istituzioni della Repubblica Italiana insorga e protesti denunciando l’infamia di tali attacchi, è forse ancor più grave del fatto in sè: lascia quasi intendere che il biasimo sia unanime, che il silenzio abbia il significato di vile assenso da parte di coloro che assistono muti a tale infimo spettacolo.
Ciò lascia ancora più attonito e disgustato il Popolo italiano, che vede uno dei politici più sostenuti dal proprio consenso messo alla berlina perché osa mantenere le promesse fatte agli elettori – nel totale e costante rispetto delle leggi e delle regole democratiche – con ciò scontentando la minoranza che non condivide quelle scelte politiche.
Mi rammarico davvero di ciò che vedo, perché la conseguenza di tutto questo sarà un ulteriore svilimento del prestigio delle nostre Istituzioni in quanto tali, che agli occhi dei cittadini si mostrano ormai come autorevoli e rispettabili solo laddove ciò convenga ad una precisa parte politica: quella della sedicente “sinistra”.
Ma confido che l’Istituzione più importante e più alta della nostra Repubblica, ovvero il Popolo italiano, saprà riportare tutte le altre al ruolo che la Costituzione loro assegna, spazzando via dai ruoli rivestiti senza dignità né merito, coloro che ne tradiscono lo spirito più autentico, profondamente ed immancabilmente democratico e pluralista.
Francesca Donato