C’è qualcuno che si illude che il minimo toccato dal grafico di Standard and Poor’s della settimana scorsa sia già alle spalle, dato che la mossa di Trump e della FED di stampare 2.000 miliardi di dollari da riversare nelle stocks americane e da mettere letteralmente in tasca dei più bisognosi, ha effettivamente segnato una parziale e immediata ripartenza che recupera parte del terreno perso. Tuttavia, come afferma il numero uno di DoubleLine Capital Jeffrey Gundlachsu Bloomberg.com il peggio non è alle spalle. Da una indiscutibile recessione potremmo passare ad una depressione, con nuovi minimi sui maggiori indici di borsa, a cominciare da S&P.
Come si vede chiaramente dallo specchietto grafico che raccoglie i dati degli ultimi minimi di borsa segnati da S&P a partire dal 1945 ad oggi:
Possiamo osservare nell’ultimo dato della colonna di sinistra le volte in cui l’indice è sceso più del 40% (solo tre volte in più di settant’anni) e (ultima colonna a destra) il numero di mesi necessario per recuperare i valori persi all’inizio del declino… cinquantotto. Va osservato che in nessuna di quelle circostanze la produzione mondiale si fermò per un periodo prolungato come il tempo presente, quindi siamo in un terreno sconosciuto, che non promette soluzioni rapide e riprese fulminee. Tutto questo nonostante l’helicopter money (soldi a pioggia) adottato dagli Usa e dalla FED.
Che succede nel continente europeo?
Gli stati europei sono quantomai divisi, raccolti ognuno entro le proprie esigenze nazionali, dove vige il principio mors tua vita mea, ora declinabile in MES tua vita mea. Vogliono il MES quei Paesi che avrebbero solo da guadagnare, ossia la solita immancabile Germania e l’Olanda in primis (ma non solo).
La Germania, che per ben due volte fu graziata da una fortissima riduzione e cancellazione della metà del debito pubblico, all’indomani della Seconda Guerra Mondiale e dopo la riunificazione con la DDR, godendo della solidarietà da quegli Stati che furono danneggiati a tutti i livelli dal suo nazismo.
L’Olanda, che da anni fa dumping fiscale contro gli alleati europei inducendo svariate aziende (italiane in primis) a delocalizzare colà la propria sede legale e pagare in Olanda tasse di fatto sottratte allo Stato da cui estraggono profitto. Gli europeisti sfegatati e irriducibili dicono che è colpa dei sovranisimi e di chi soffia sul fuoco dell’interesse nazionale. Questa versione è per almeno due motivi fuorviante.
In Olanda e in Germania non c’è alcun governo sovranista, tantomeno in Francia dove l’ipereuropeista Macron faceva sconfinare le forze di polizia francese sul territorio italiano per ricacciare i migranti che si azzardavano a valicare il confine piemontese, per non parlare di quello ligure a Ventimiglia. Curiosi questi comportamenti sovranisti, forse qualcuno si inventerà hackers russi anche in questo caso.
Ma torniamo sulla Russia fra un attimo. Il secondo motivo per cui il sovranismo c’entra come i cavoli a merenda è la posizione delle istituzioni europee. Gli euroinomani nostrani infatti sostengono che il male verrebbe dagli Stati nazionali, non dalle istituzioni europee, ragion per cui bisognerebbe accelerare il processo di centralizzazione del potere legislativo e cessione di sovranità, anziché invertirne il senso di marcia. Altra mistificazione e manipolazione dei dati di realtà.
La borsa italiana ha segnato il crollo più pesante della sua storia grazie ad una affermazione del governatore della banca centrale europea, non di un nazionalista dei Paesi dell’est, la “distratta” Lagarde.
Poi si è fatta correggere da un suo sottoposto, lasciando intendere che quella asserzione fosse un battuta infelice.
Una che ha ricoperto due volte incarichi apicali presso il Fondo Monetario Internazionale, può davvero non sapere che dicendo che la BCE se ne impippa dello spread tra Bund tedeschi e BTP italiani, manderà a picco i titoli dello Stivale?
A pensare male, si fa peccato ma ci si azzecca, diceva Andreotti, uno della prima Repubblica che forse fu il più grande statista dell’epoca, odiatissimo dal popolo negli ultimi anni ma che oggi di fronte all’ex deejay Bonafede (attuale ministro della giustizia) rimpiangiamo in molti.
Già perché con tutti i milioni (all’epoca miliardi di lire) che si mangiavano i politici della prima Repubblica, l’Italia era la quarta potenza industriale del mondo e il PIL italiano era difeso con le unghie e con i denti, migliaia di miliardi di vecchie lire che oggi si traducono in miliardi di euro che non volavano altrove.
Pensare male si diceva… l’Italia ha versato svariate decine di miliardi al MES e all’Unione Europea, è indiscutibilmente un contribuente netto, ovvero versa annualmente molto più di quanto riceve, e quello che torna a noi deve essere speso secondo scelte ben precise, prese oltralpe.
Questo è già di per sé un parziale commissariamento. Ma c’è di più. Non si sono sentite proteste per le due settimane che Bruxelles si è presa per decidere (anzi per non decidere) sui corona bond. In una condizione che vede l’Italia per mesi detenere il triste primato MONDIALE del maggior numero di morti al giorno, in una situazione in cui muoiono medici e infermieri, soccorritori del 118 e agenti di polizia, per la mancanza di mascherine protettive e minime attrezzature adatte, l’azzurra Europa si prende due settimane per trovare il modo di farci inghiottire il MES.
Questo vuol dire ritardi nelle risposte di protezione agli operatori sanitari, chiamati angeli, eroi, coraggiosissimi patrioti, e lasciati in trincea a combattere senza armi.
Il parlamento anzi è rimasto inattivo per circa un mese, poi, su pressione delle opposizioni, si è ricominciato a lavorare, ma un giorno a settimana e in un sesto dei componenti. Due riflessioni istantanee: se si può lavorare in questi numeri ed è tutto valido legalmente, rendiamo questa misura permanente e ricacciamo nel mercato del lavoro, quello vero, non trecento ma settecento parlamentari italiani, che non avendo nemmeno il coraggio di recarsi al lavoro quando lo impongono ai propri operai delle attività essenziali, senza dar loro alcuna protezione, si dimostrano indegni di rappresentarli.
Quattordici giorni lasciati a rosolare per, si spera in Nord Europa, convincere questi italiani reticenti ad accettare il cappio del commissariamento, che seguirà inevitabilmente il prestito del MES.
Queste sono le istituzioni europee, e, dietro di loro, non fingiamo di non saperlo, i grandi investitori e colossi finanziari che si fregano le mani per poter entrare in Italia post-commissariamento, e fare shopping delle nostre ultime ricchezze. Mani grondanti sangue, quello dei morti da Covid 19 direttamente, e di coloro che sono morti per suo effetto indiretto (una mia amica di Bergamo mi ha raccontato di aver perso il padre per attacco cardiaco, l’ambulanza non è arrivata prima di sei ore, quando era già morto).
Il gioco è questo e i sicari si chiamano Christine Madeleine Odette Lagarde e Ursula Gertrud von der Leyen, pensa un po’, una francese e una tedesca.
Oggi (02/04/2020) sembra che la Von der Leyen abbia aperto alla possibilità di 100 miliardi per tutta l’Europa. Forse non basterebbero per la sola l’Italia, e ogni giorno che passa ne servono di più, perché ogni giorno che passa in queste condizioni, ossia di assenza di assistenza da parte del governo, aumentano esponenzialmente (non progressivamente) le aziende che non riapriranno quando tutto questo sarà finito.
Piccole e medie imprese che da sempre sono la spina dorsale del madeinItaly e che già annaspavano prima del covid-19 si preparano a consegnare i libri in tribunale.
Per non parlare delle partite iva, aumentate di numero forzosamente per le meraviglie del Job’s Act, aumentate poi volontariamente per la flat tax al 15% del governo gialloverde, e che il primo di aprile avrebbero dovuto “ricevere”, poi è diventato “richiedere”, l’elemosina di 600 euro (quasi la metà dei lavoratori dipendenti) all’INPS, che è andato in tilt già alla mezzanotte e qualche minuto per eccesso di richieste.
Il versamento, fanno sapere dal Governo arriverà a partire del 15 aprile… con lo stop iniziato a fine febbraio, di gente che non ha alcuna copertura, che normalmente si cura dalle malattie imbottendosi di pillole e andando a lavorare come se nulla fosse. Partite iva accusate a cuor leggero di essere una massa di evasori, e poi assistiti in questo modo, che a ben guardare, è un invito alla evasione fiscale per proteggersi da sé in tempi di difficoltà.
Come è possibile che al governo nessuno se ne accorga?
Beh, quando hai un ministro della giustizia che giustifica la rimozione della prescrizione nel processo penale e rende di fatto i processi infiniti nella durata, dicendo che in galera ci vanno i colpevoli e chi ha la coscienza a posto non ha nulla da temere… dimostrando di non conoscere le tristi vicende di Tortora e soprattutto le condanne che il nostro Paese riceve annualmente per errori giudiziari… allora capisci che siamo nelle mani di incapaciseriali.
Un’ultima osservazione su quelli che: “in Europa bisogna saper chiedere, non battere i pugni sul tavolo, altrimenti ci isolano e fanno pure bene”.
Perché nessuno chiede conto alla pletora di giornalisti, opinionisti, buonisti, sardinisti, paneuropeisti da overdose, anticomplottisti tranne che nei confronti degli hacker russi e delle spie di Putin che sono dappertutto e tramano contro le nostre democrazie, che cosa pensino dell’attacco all’Italia da parte di alcuni Stati europei e delle istituzioni europee? Non era l’alzata di cresta del governo gialloverde il problema?
In UE ci sono diversi paradisi fiscali: la già citata Olanda ma anche Malta, Cirpo, l’Irlanda, il Lussemburgo, che ci donò l’alcolista Junker che diede dei vomitevoli agli italiani che osavano per la prima volta mettere in discussione certe decisioni a sfavore dell’Italia, o, ancora il commissario europeo al bilancio Oettinger, che commentò l’esito delle ultime elezioni politiche dicendo: “I mercati insegneranno agli italiani a votare” (alla faccia della democrazia).
Da nessuno di codesti Stati a tassazione irrisoria sono arrivati aiuti all’Italia, per la verità nemmeno dagli altri Paesi facenti parte della “Unione” Europea, anzi, pare si sia ostacolato l’aiuto della Russia, costringendo i velivoli militari a raggiungere l’Italia circumnavigando le frontiere europee senza attraversare gli Stati che separano Italia e Russia in linea retta, come accade per le rotte più sensate. Per non parlare dell’insistenza dell’accettazione del MES, questa è sì una guerra sanitaria, ma anche commerciale, e intraeuropea (!).
Chi sono i nostri veri alleati? Amicus certusin reincertacernitur (l’amico vero si riconosce nella sorte incerta).
Da bergamasco mi aspetto che il mio sindaco, Giorgio Gori, ringrazi formalmente la Russia per gli aiuti forniti. E la Cina, naturlamente, e Cuba. Tutti Paesi contro i quali lo zio Sam ci impone di infliggere l’embargo, che per un Paese con difficoltà anche nelle esportazioni come il nostro, equivale a tirarsi la zappa sui piedi. Da italiano mi aspetto che il governo si rifiuti di proseguire con l’embargo contro questi Stati. Vabbeh, buonanotte!
In Europa l’Italia non è vista come un alleato, ma come un rivale da indebolire e saccheggiare, esattamente come è accaduto per la povera Grecia, smembrata e dissanguata dalla troika del MES. Più che dimezzate le pensioni, patrimoniali sui conti correnti, tagli nella spesa sanitaria, macelleria sociale con migliaia di morti e crollo delle condizioni di vita del Paese che ha dato natali alla filosofia occidentale, al pensiero razionale, alla democrazia ateniese, alle scienze, alle arti. Siccome tuttavia la pars denstruens è sempre più facile di quella construens, cerchiamo di mettere sul piatto anche delle proposte verosimili.
Dumping fiscale? Potremmo farlo anche noi. Titoli di Stato?
Potremmo emetterli anche noi, e venderli ai risparmiatori italiani. Sì, perché l’Italia è ancora oggi, nonostante tutto, il Paese europeo col più alto risparmio privato. 4.000 miliardi di euro nei conti correnti, e il maggior numero di proprietari di immobili d’Europa, più del 85%. Forse è questo che fa gola, forse è per questo che si voleva riformare il MES in fretta e furia per salvare le banche tedesche che sono le più fragili in Europa per esposizione su prodotto tossici come derivati, e farlo con i soldi di chi ha risparmiato per tutta la vita.
Già, perché a dispetto dei poco dignitosi politici che ci hanno governato, noi italiani siamo da sempre i più avveduti risparmiatori d’Europa. Abitiamo il Paese più bello, abbiamo il patrimonio artistico più grande al mondo, nonostante Parigi sia ricolma di opere italiane sottratte al nostro Paese, e forse è per questo che tutta Europa ci invidia e vorrebbe comprare le nostre ricchezze a prezzi frazionati, come ha fatto con la Grecia. E allora perché indebitarsi con una moneta che ci prestano, chiedendoci in cambio tutto, quando emettere euro costa esattamente zero e non richiede alcuna copertura aurea o di altro tipo?
Emissione di microbond nazionali, da vendere ai risparmiatori nazionali, senza chiedere il permesso, non se lo meritano, lo meritiamo noi, e agevolazioni per il mercato interno. Tutto questo è ancora possibile, nonostante chi aveva scritto cinque anni prima un libro critico sull’euro, Savona, fu respinto da Mattarella come ministro dell’economia per le sue idee (alla faccia della libertà di pensiero e parola e dell’articolo 21 della Costituzione!). Ma serve forse una classe dirigente che abbia davvero a cuore il suo popolo, e non la poltrona. Qualcuno che non passi dal “mai con il partito di Bibbiano che fa l’elettroshock ai bambini e poi se li vende” al “bisogna dare una risposta di responsabilità al Paese, ci fidiamo del PD” in una settimana. Altrimenti, non tutto andrà bene, anche se lo scriviamo su porte e finestre.
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Non tutto andrà bene
C’è qualcuno che si illude che il minimo toccato dal grafico di Standard and Poor’s della settimana scorsa sia già alle spalle, dato che la mossa di Trump e della FED di stampare 2.000 miliardi di dollari da riversare nelle stocks americane e da mettere letteralmente in tasca dei più bisognosi, ha effettivamente segnato una parziale e immediata ripartenza che recupera parte del terreno perso. Tuttavia, come afferma il numero uno di DoubleLine Capital Jeffrey Gundlachsu Bloomberg.com il peggio non è alle spalle. Da una indiscutibile recessione potremmo passare ad una depressione, con nuovi minimi sui maggiori indici di borsa, a cominciare da S&P.
Come si vede chiaramente dallo specchietto grafico che raccoglie i dati degli ultimi minimi di borsa segnati da S&P a partire dal 1945 ad oggi:
Possiamo osservare nell’ultimo dato della colonna di sinistra le volte in cui l’indice è sceso più del 40% (solo tre volte in più di settant’anni) e (ultima colonna a destra) il numero di mesi necessario per recuperare i valori persi all’inizio del declino… cinquantotto. Va osservato che in nessuna di quelle circostanze la produzione mondiale si fermò per un periodo prolungato come il tempo presente, quindi siamo in un terreno sconosciuto, che non promette soluzioni rapide e riprese fulminee. Tutto questo nonostante l’helicopter money (soldi a pioggia) adottato dagli Usa e dalla FED.
Che succede nel continente europeo?
Gli stati europei sono quantomai divisi, raccolti ognuno entro le proprie esigenze nazionali, dove vige il principio mors tua vita mea, ora declinabile in MES tua vita mea. Vogliono il MES quei Paesi che avrebbero solo da guadagnare, ossia la solita immancabile Germania e l’Olanda in primis (ma non solo).
La Germania, che per ben due volte fu graziata da una fortissima riduzione e cancellazione della metà del debito pubblico, all’indomani della Seconda Guerra Mondiale e dopo la riunificazione con la DDR, godendo della solidarietà da quegli Stati che furono danneggiati a tutti i livelli dal suo nazismo.
L’Olanda, che da anni fa dumping fiscale contro gli alleati europei inducendo svariate aziende (italiane in primis) a delocalizzare colà la propria sede legale e pagare in Olanda tasse di fatto sottratte allo Stato da cui estraggono profitto. Gli europeisti sfegatati e irriducibili dicono che è colpa dei sovranisimi e di chi soffia sul fuoco dell’interesse nazionale. Questa versione è per almeno due motivi fuorviante.
In Olanda e in Germania non c’è alcun governo sovranista, tantomeno in Francia dove l’ipereuropeista Macron faceva sconfinare le forze di polizia francese sul territorio italiano per ricacciare i migranti che si azzardavano a valicare il confine piemontese, per non parlare di quello ligure a Ventimiglia. Curiosi questi comportamenti sovranisti, forse qualcuno si inventerà hackers russi anche in questo caso.
Ma torniamo sulla Russia fra un attimo. Il secondo motivo per cui il sovranismo c’entra come i cavoli a merenda è la posizione delle istituzioni europee. Gli euroinomani nostrani infatti sostengono che il male verrebbe dagli Stati nazionali, non dalle istituzioni europee, ragion per cui bisognerebbe accelerare il processo di centralizzazione del potere legislativo e cessione di sovranità, anziché invertirne il senso di marcia. Altra mistificazione e manipolazione dei dati di realtà.
La borsa italiana ha segnato il crollo più pesante della sua storia grazie ad una affermazione del governatore della banca centrale europea, non di un nazionalista dei Paesi dell’est, la “distratta” Lagarde.
Poi si è fatta correggere da un suo sottoposto, lasciando intendere che quella asserzione fosse un battuta infelice.
Una che ha ricoperto due volte incarichi apicali presso il Fondo Monetario Internazionale, può davvero non sapere che dicendo che la BCE se ne impippa dello spread tra Bund tedeschi e BTP italiani, manderà a picco i titoli dello Stivale?
A pensare male, si fa peccato ma ci si azzecca, diceva Andreotti, uno della prima Repubblica che forse fu il più grande statista dell’epoca, odiatissimo dal popolo negli ultimi anni ma che oggi di fronte all’ex deejay Bonafede (attuale ministro della giustizia) rimpiangiamo in molti.
Già perché con tutti i milioni (all’epoca miliardi di lire) che si mangiavano i politici della prima Repubblica, l’Italia era la quarta potenza industriale del mondo e il PIL italiano era difeso con le unghie e con i denti, migliaia di miliardi di vecchie lire che oggi si traducono in miliardi di euro che non volavano altrove.
Pensare male si diceva… l’Italia ha versato svariate decine di miliardi al MES e all’Unione Europea, è indiscutibilmente un contribuente netto, ovvero versa annualmente molto più di quanto riceve, e quello che torna a noi deve essere speso secondo scelte ben precise, prese oltralpe.
Questo è già di per sé un parziale commissariamento. Ma c’è di più. Non si sono sentite proteste per le due settimane che Bruxelles si è presa per decidere (anzi per non decidere) sui corona bond. In una condizione che vede l’Italia per mesi detenere il triste primato MONDIALE del maggior numero di morti al giorno, in una situazione in cui muoiono medici e infermieri, soccorritori del 118 e agenti di polizia, per la mancanza di mascherine protettive e minime attrezzature adatte, l’azzurra Europa si prende due settimane per trovare il modo di farci inghiottire il MES.
Questo vuol dire ritardi nelle risposte di protezione agli operatori sanitari, chiamati angeli, eroi, coraggiosissimi patrioti, e lasciati in trincea a combattere senza armi.
Il parlamento anzi è rimasto inattivo per circa un mese, poi, su pressione delle opposizioni, si è ricominciato a lavorare, ma un giorno a settimana e in un sesto dei componenti. Due riflessioni istantanee: se si può lavorare in questi numeri ed è tutto valido legalmente, rendiamo questa misura permanente e ricacciamo nel mercato del lavoro, quello vero, non trecento ma settecento parlamentari italiani, che non avendo nemmeno il coraggio di recarsi al lavoro quando lo impongono ai propri operai delle attività essenziali, senza dar loro alcuna protezione, si dimostrano indegni di rappresentarli.
Quattordici giorni lasciati a rosolare per, si spera in Nord Europa, convincere questi italiani reticenti ad accettare il cappio del commissariamento, che seguirà inevitabilmente il prestito del MES.
Queste sono le istituzioni europee, e, dietro di loro, non fingiamo di non saperlo, i grandi investitori e colossi finanziari che si fregano le mani per poter entrare in Italia post-commissariamento, e fare shopping delle nostre ultime ricchezze. Mani grondanti sangue, quello dei morti da Covid 19 direttamente, e di coloro che sono morti per suo effetto indiretto (una mia amica di Bergamo mi ha raccontato di aver perso il padre per attacco cardiaco, l’ambulanza non è arrivata prima di sei ore, quando era già morto).
Il gioco è questo e i sicari si chiamano Christine Madeleine Odette Lagarde e Ursula Gertrud von der Leyen, pensa un po’, una francese e una tedesca.
Oggi (02/04/2020) sembra che la Von der Leyen abbia aperto alla possibilità di 100 miliardi per tutta l’Europa. Forse non basterebbero per la sola l’Italia, e ogni giorno che passa ne servono di più, perché ogni giorno che passa in queste condizioni, ossia di assenza di assistenza da parte del governo, aumentano esponenzialmente (non progressivamente) le aziende che non riapriranno quando tutto questo sarà finito.
Piccole e medie imprese che da sempre sono la spina dorsale del made in Italy e che già annaspavano prima del covid-19 si preparano a consegnare i libri in tribunale.
Per non parlare delle partite iva, aumentate di numero forzosamente per le meraviglie del Job’s Act, aumentate poi volontariamente per la flat tax al 15% del governo gialloverde, e che il primo di aprile avrebbero dovuto “ricevere”, poi è diventato “richiedere”, l’elemosina di 600 euro (quasi la metà dei lavoratori dipendenti) all’INPS, che è andato in tilt già alla mezzanotte e qualche minuto per eccesso di richieste.
Il versamento, fanno sapere dal Governo arriverà a partire del 15 aprile… con lo stop iniziato a fine febbraio, di gente che non ha alcuna copertura, che normalmente si cura dalle malattie imbottendosi di pillole e andando a lavorare come se nulla fosse. Partite iva accusate a cuor leggero di essere una massa di evasori, e poi assistiti in questo modo, che a ben guardare, è un invito alla evasione fiscale per proteggersi da sé in tempi di difficoltà.
Come è possibile che al governo nessuno se ne accorga?
Beh, quando hai un ministro della giustizia che giustifica la rimozione della prescrizione nel processo penale e rende di fatto i processi infiniti nella durata, dicendo che in galera ci vanno i colpevoli e chi ha la coscienza a posto non ha nulla da temere… dimostrando di non conoscere le tristi vicende di Tortora e soprattutto le condanne che il nostro Paese riceve annualmente per errori giudiziari… allora capisci che siamo nelle mani di incapaci seriali.
Un’ultima osservazione su quelli che: “in Europa bisogna saper chiedere, non battere i pugni sul tavolo, altrimenti ci isolano e fanno pure bene”.
Perché nessuno chiede conto alla pletora di giornalisti, opinionisti, buonisti, sardinisti, paneuropeisti da overdose, anticomplottisti tranne che nei confronti degli hacker russi e delle spie di Putin che sono dappertutto e tramano contro le nostre democrazie, che cosa pensino dell’attacco all’Italia da parte di alcuni Stati europei e delle istituzioni europee? Non era l’alzata di cresta del governo gialloverde il problema?
In UE ci sono diversi paradisi fiscali: la già citata Olanda ma anche Malta, Cirpo, l’Irlanda, il Lussemburgo, che ci donò l’alcolista Junker che diede dei vomitevoli agli italiani che osavano per la prima volta mettere in discussione certe decisioni a sfavore dell’Italia, o, ancora il commissario europeo al bilancio Oettinger, che commentò l’esito delle ultime elezioni politiche dicendo: “I mercati insegneranno agli italiani a votare” (alla faccia della democrazia).
Da nessuno di codesti Stati a tassazione irrisoria sono arrivati aiuti all’Italia, per la verità nemmeno dagli altri Paesi facenti parte della “Unione” Europea, anzi, pare si sia ostacolato l’aiuto della Russia, costringendo i velivoli militari a raggiungere l’Italia circumnavigando le frontiere europee senza attraversare gli Stati che separano Italia e Russia in linea retta, come accade per le rotte più sensate. Per non parlare dell’insistenza dell’accettazione del MES, questa è sì una guerra sanitaria, ma anche commerciale, e intraeuropea (!).
Chi sono i nostri veri alleati? Amicus certus in re incerta cernitur (l’amico vero si riconosce nella sorte incerta).
Da bergamasco mi aspetto che il mio sindaco, Giorgio Gori, ringrazi formalmente la Russia per gli aiuti forniti. E la Cina, naturlamente, e Cuba. Tutti Paesi contro i quali lo zio Sam ci impone di infliggere l’embargo, che per un Paese con difficoltà anche nelle esportazioni come il nostro, equivale a tirarsi la zappa sui piedi. Da italiano mi aspetto che il governo si rifiuti di proseguire con l’embargo contro questi Stati. Vabbeh, buonanotte!
In Europa l’Italia non è vista come un alleato, ma come un rivale da indebolire e saccheggiare, esattamente come è accaduto per la povera Grecia, smembrata e dissanguata dalla troika del MES. Più che dimezzate le pensioni, patrimoniali sui conti correnti, tagli nella spesa sanitaria, macelleria sociale con migliaia di morti e crollo delle condizioni di vita del Paese che ha dato natali alla filosofia occidentale, al pensiero razionale, alla democrazia ateniese, alle scienze, alle arti. Siccome tuttavia la pars denstruens è sempre più facile di quella construens, cerchiamo di mettere sul piatto anche delle proposte verosimili.
Dumping fiscale? Potremmo farlo anche noi. Titoli di Stato?
Potremmo emetterli anche noi, e venderli ai risparmiatori italiani. Sì, perché l’Italia è ancora oggi, nonostante tutto, il Paese europeo col più alto risparmio privato. 4.000 miliardi di euro nei conti correnti, e il maggior numero di proprietari di immobili d’Europa, più del 85%. Forse è questo che fa gola, forse è per questo che si voleva riformare il MES in fretta e furia per salvare le banche tedesche che sono le più fragili in Europa per esposizione su prodotto tossici come derivati, e farlo con i soldi di chi ha risparmiato per tutta la vita.
Già, perché a dispetto dei poco dignitosi politici che ci hanno governato, noi italiani siamo da sempre i più avveduti risparmiatori d’Europa. Abitiamo il Paese più bello, abbiamo il patrimonio artistico più grande al mondo, nonostante Parigi sia ricolma di opere italiane sottratte al nostro Paese, e forse è per questo che tutta Europa ci invidia e vorrebbe comprare le nostre ricchezze a prezzi frazionati, come ha fatto con la Grecia. E allora perché indebitarsi con una moneta che ci prestano, chiedendoci in cambio tutto, quando emettere euro costa esattamente zero e non richiede alcuna copertura aurea o di altro tipo?
Emissione di microbond nazionali, da vendere ai risparmiatori nazionali, senza chiedere il permesso, non se lo meritano, lo meritiamo noi, e agevolazioni per il mercato interno. Tutto questo è ancora possibile, nonostante chi aveva scritto cinque anni prima un libro critico sull’euro, Savona, fu respinto da Mattarella come ministro dell’economia per le sue idee (alla faccia della libertà di pensiero e parola e dell’articolo 21 della Costituzione!). Ma serve forse una classe dirigente che abbia davvero a cuore il suo popolo, e non la poltrona. Qualcuno che non passi dal “mai con il partito di Bibbiano che fa l’elettroshock ai bambini e poi se li vende” al “bisogna dare una risposta di responsabilità al Paese, ci fidiamo del PD” in una settimana. Altrimenti, non tutto andrà bene, anche se lo scriviamo su porte e finestre.