Progetto Eurexit è un’associazione costituita dall’avvocato – oggi europarlamentare -Francesca Donato nel 2013, con lo scopo di portare all’attenzione dell’opinione pubblica i problemi derivanti dalla partecipazione dell’Italia all’Unione Europea (UE) e all’adozione della moneta unica (l’euro), sia attraverso un’opera di divulgazione e informazione, sia attraverso la predisposizione di progetti di riforma dell’UE e/o dell’Eurozona.
Possono farne parte tutti coloro che sono consapevoli delle problematiche suddette e che intendono collaborare per diffondere la loro conoscenza e contribuire all’elaborazione di soluzioni e proposte alternative.
PERCHÈ OCCORRE MODIFICARE LA UE E IL SISTEMA EURO
Le esperienze di questi anni, compresa da ultimo la gestione della pandemia da Covid19, hanno dimostrato che la UE è un organismo lento e disfunzionale, con un meccanismo di funzionamento opaco e poco democratico e con organi per la maggior parte non eletti e lontani dai popoli che dovrebbero rappresentare. I Trattati stessi sono testi contorti, prolissi e ambigui, quindi difficilmente intellegibili e ormai anacronistici, in quanto pensati per un sistema superato dalla storia recente, e inoltre implementano un sistema di valori spesso in contrasto con i principi costituzionali del nostro ordinamento.
La UE, nata con l’obiettivo di divenire una “casa comune” per i popoli europei e un luogo di coesione e fratellanza, è oggi invece il terreno di scontro di interessi nazionali contrapposti, dove vige la legge del più forte. I popoli del centro e nord Europa, Germania in testa, hanno stabilmente il controllo dei posti chiave e hanno piegato ai loro interessi le politiche europee.
Mentre i nostri politici nazionali vagheggiano di un “interesse europeo” da perseguire, la UE è stata costruita su parametri voluti da politici ed economisti tedeschi e francesi, ed ha perseguito per lungo tempo politiche di austerità e deflazione, imponendole agli Stati membri, così aumentando le differenze economiche fra Paesi, mettendo in crisi quelli più fragili, costringendoli a riforme che frenano il loro sviluppo, e rendendo strutturalmente debitori i Paesi in difficoltà, impedendo per anni alla Banca Centrale Europea (BCE) di intervenire per aiutarli nella ripresa.
Quello che è accaduto dal 2010 alla Grecia è paradigmatico di questa ideologia: prima si è permesso che i privati si indebitassero fortemente con i Paesi esportatori di beni e servizi, resi accessibili dalla moneta “forte”, poi, quando la situazione è diventata insostenibile per il sistema bancario, si sono imposte regole di austerità che hanno distrutto il sistema del welfare e messo in ginocchio il popolo greco e hanno portato alla privatizzazione e quindi di fatto all’esproprio di ogni asset pubblico.
La “lezione” greca ha portato vari membri della UEM, l’Unione Europea Monetaria, a pensare che occorra un cambio ideologico e di metodo in Europa. Ci si è accorti ormai da qualche anno che l’austerità deprime ogni sviluppo, che la deflazione provocata dal perseguimento dei “conti in ordine”, invece di rendere un Paese più forte e stabile, lo rende più fragile, aumentando la disoccupazione, riducendo i redditi dei cittadini e delle imprese e mettendo in crisi tutto il sistema del welfare, a partire dalla sanità, falcidiata dai tagli, che ora, nel momento dell’emergenza Covid19, ci presenta il suo conto, con ospedali pieni e carenza di personale e posti letti.
L’euro si è dimostrato uno strumento che facilita le speculazioni degli investitori per la stabilità portata dal cambio fisso, ma che per le attività produttive di alcuni Stati membri ha comportato una perdita di competitività, essendo una moneta troppo “forte” per quelle economie e per altri, già forti, un vantaggio ingiusto, impedendo loro di rivalutare, ampliando e non riducendo le differenze fra Paesi e portando a deficit insostenibili di bilancia dei pagamenti i primi e a surplus costanti e altrettanto dannosi per la tenuta del sistema i secondi.
Per mantenere l’euro si sono sacrificati i diritti dei lavoratori in tutta Europa, si sono tagliati servizi e spesa pubblica, si è attuato un trasferimento di ricchezze fra Paesi e fra classi sociali incompatibile con ogni concetto di fratellanza e giustizia sociale.
In Italia alla Costituzione, con il suo principio fondante basato sul lavoro, sulla piena occupazione e sull’eliminazione delle disuguaglianze, si è sostituito un sistema fondato sui Trattati, ovvero sulla stabilità monetaria, sul mercato fortemente concorrenziale e libero e sulla flessibilità occupazionale, sancita dal concetto di “disoccupazione naturale”.
Tutto questo non può più essere accettato.
Progetto Eurexit nasce quindi per contrastare questo sistema e per mostrare che un’altra UE è non solo possibile, ma necessaria per la stessa tenuta del suo impianto. Sono necessarie riforme strutturali dell’Unione, a partire dai Trattati, per colmarne il deficit di democrazia, trasparenza ed efficienza. Inoltre, è importante far comprendere alla popolazione che, se non c’è a livello europeo la volontà di intraprendere un serio percorso di riforme, l’Italia si troverà in difficoltà sempre maggiori nell’ottemperare ai vincoli ed ai parametri imposti e potrebbe trovarsi in tempi brevi nella situazione già sperimentata dalla Grecia.
A quel punto, è bene essere preparati, conoscendo a fondo pro e contro di ogni scelta, per poter decidere se agire autonomamente, riprendendo il controllo della moneta e delle leve economiche e fiscali e abbandonare l’eurozona, o quali altre opzioni percorrere. Inoltre, non va sottovalutata la possibilità che la decisione di uscire dall’euro venga adottata da altri Paesi membri, o che l’Eurozona imploda a seguito di una concatenazione di eventi incontrollabili. Anche in tali casi, è necessario che l’Italia abbia un “piano di uscita” a disposizione per l’emergenza affinché i cittadini vengano tutelati al meglio da ogni contraccolpo.
COMPITI DELL’ASSOCIAZIONE
INFORMAZIONE
Come detto, fra i compiti principali di Progetto Eurexit c’è quello di divulgare e far comprendere i temi fin qui trattati: ogni associato, nella propria sezione territoriale, è tenuto per quanto possibile a fare opera di divulgazione, attraverso l’organizzazione di incontri, convegni e dibattiti con la popolazione, ma anche con gli operatori economici, le categorie sociali, la classe politica locale e singoli elementi influenti.
Solo attraverso la creazione di una maggiore consapevolezza, che contrasti la “narrazione” dei media e fornisca gli strumenti per avere una propria capacità critica, si può formare quella “massa critica” che possa far maturare nella cittadinanza la comprensione delle opzioni politiche percorribili nell’interesse del Paese, ed eventualmente far diventare azione politica l’attività divulgativa.
A tal fine, la creazione di un Comitato Scientifico agevola il compito degli associati, fornendo strumenti, analisi e indicazioni per la loro formazione e per la successiva attività esterna, oltre a poter organizzare a livello nazionale eventi che possano essere di richiamo più ampio. Una formazione permanente degli associati è essenziale per potere rimanere al passo con i cambiamenti culturali, sociali ed economici che avvengono ormai repentinamente nella società e per avere gli strumenti critici e interpretativi per una corretta decodificazione dei messaggi del mainstream comunicativo e politico.
In questa formazione elemento imprescindibile deve essere la conoscenza delle basi della nostra Costituzione, sia per poter riconoscere la distonia fra essa e i Trattati europei e la sua attuale incompatibilità con lo spirito di quest’ultimi, sia per avere uno strumento di esegesi e contrasto delle interpretazioni distorte che una certa politica attua sul testo della Carta: da ultimo ad esempio tutta la questione riguardo al “diritto alla salute”, considerato come superiore a tutti gli altri, con un’interpretazione aberrante di tale concetto. Vedi componenti sedi e organigramma a questo link
AZIONE POLITICA
Progetto Eurexit intende anche agire fattivamente, sia a livello locale che più ampio.
A livello locale proponendo idee e iniziative specifiche a partiti che abbiano una sensibilità su questi temi, per avvicinarli alle posizioni dell’associazione e portare avanti anche negli organi istituzionali proposte in linea, anche attraverso l’affiliazione di soggetti politici che diventino portavoce delle nostre istanze o l’entrata in politica di associati. Progetto Eurexit non ha una collocazione politica precisa, anche se, nei contenuti, i partiti di centrodestra si sono mostrati sinora più in linea con le sue idee e proposte rispetto ad altri. Ciò non esclude che altri partiti o movimenti possano sostenere Progetto Eurexit o trovarsi concordi, anche a sinistra, dove esiste in alcune frange una consapevolezza già matura delle problematiche sopra esposte.
A livello più elevato, l’associazione fornisce proposte e soluzioni concrete che, grazie al ruolo della Presidente Donato, possono essere portate in Europa e diventare tema di discussione e proposta politica nella UE. Anche a livello nazionale, grazie ai contatti sviluppati da alcuni attuali membri, possono essere elaborate proposte, disegni di legge o soluzioni che possono sfociare in provvedimenti o indirizzare l’attività legislativa.
Progetto Eurexit quindi deve essere considerato sia un “think tank”, di elaborazione e studio, sia un luogo di formazione e divulgazione, ma anche e soprattutto una fonte di propulsione di idee alternative che opera localmente e a livello più ampio.
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PROGETTO EUREXIT. MANIFESTO E PROGRAMMA
PROGETTO EUREXIT
MANIFESTO E PROGRAMMA
COS’È PROGETTO EUREXIT
Progetto Eurexit è un’associazione costituita dall’avvocato – oggi europarlamentare -Francesca Donato nel 2013, con lo scopo di portare all’attenzione dell’opinione pubblica i problemi derivanti dalla partecipazione dell’Italia all’Unione Europea (UE) e all’adozione della moneta unica (l’euro), sia attraverso un’opera di divulgazione e informazione, sia attraverso la predisposizione di progetti di riforma dell’UE e/o dell’Eurozona.
Possono farne parte tutti coloro che sono consapevoli delle problematiche suddette e che intendono collaborare per diffondere la loro conoscenza e contribuire all’elaborazione di soluzioni e proposte alternative.
PERCHÈ OCCORRE MODIFICARE LA UE E IL SISTEMA EURO
Le esperienze di questi anni, compresa da ultimo la gestione della pandemia da Covid19, hanno dimostrato che la UE è un organismo lento e disfunzionale, con un meccanismo di funzionamento opaco e poco democratico e con organi per la maggior parte non eletti e lontani dai popoli che dovrebbero rappresentare. I Trattati stessi sono testi contorti, prolissi e ambigui, quindi difficilmente intellegibili e ormai anacronistici, in quanto pensati per un sistema superato dalla storia recente, e inoltre implementano un sistema di valori spesso in contrasto con i principi costituzionali del nostro ordinamento.
La UE, nata con l’obiettivo di divenire una “casa comune” per i popoli europei e un luogo di coesione e fratellanza, è oggi invece il terreno di scontro di interessi nazionali contrapposti, dove vige la legge del più forte. I popoli del centro e nord Europa, Germania in testa, hanno stabilmente il controllo dei posti chiave e hanno piegato ai loro interessi le politiche europee.
Mentre i nostri politici nazionali vagheggiano di un “interesse europeo” da perseguire, la UE è stata costruita su parametri voluti da politici ed economisti tedeschi e francesi, ed ha perseguito per lungo tempo politiche di austerità e deflazione, imponendole agli Stati membri, così aumentando le differenze economiche fra Paesi, mettendo in crisi quelli più fragili, costringendoli a riforme che frenano il loro sviluppo, e rendendo strutturalmente debitori i Paesi in difficoltà, impedendo per anni alla Banca Centrale Europea (BCE) di intervenire per aiutarli nella ripresa.
Quello che è accaduto dal 2010 alla Grecia è paradigmatico di questa ideologia: prima si è permesso che i privati si indebitassero fortemente con i Paesi esportatori di beni e servizi, resi accessibili dalla moneta “forte”, poi, quando la situazione è diventata insostenibile per il sistema bancario, si sono imposte regole di austerità che hanno distrutto il sistema del welfare e messo in ginocchio il popolo greco e hanno portato alla privatizzazione e quindi di fatto all’esproprio di ogni asset pubblico.
La “lezione” greca ha portato vari membri della UEM, l’Unione Europea Monetaria, a pensare che occorra un cambio ideologico e di metodo in Europa. Ci si è accorti ormai da qualche anno che l’austerità deprime ogni sviluppo, che la deflazione provocata dal perseguimento dei “conti in ordine”, invece di rendere un Paese più forte e stabile, lo rende più fragile, aumentando la disoccupazione, riducendo i redditi dei cittadini e delle imprese e mettendo in crisi tutto il sistema del welfare, a partire dalla sanità, falcidiata dai tagli, che ora, nel momento dell’emergenza Covid19, ci presenta il suo conto, con ospedali pieni e carenza di personale e posti letti.
L’euro si è dimostrato uno strumento che facilita le speculazioni degli investitori per la stabilità portata dal cambio fisso, ma che per le attività produttive di alcuni Stati membri ha comportato una perdita di competitività, essendo una moneta troppo “forte” per quelle economie e per altri, già forti, un vantaggio ingiusto, impedendo loro di rivalutare, ampliando e non riducendo le differenze fra Paesi e portando a deficit insostenibili di bilancia dei pagamenti i primi e a surplus costanti e altrettanto dannosi per la tenuta del sistema i secondi.
Per mantenere l’euro si sono sacrificati i diritti dei lavoratori in tutta Europa, si sono tagliati servizi e spesa pubblica, si è attuato un trasferimento di ricchezze fra Paesi e fra classi sociali incompatibile con ogni concetto di fratellanza e giustizia sociale.
In Italia alla Costituzione, con il suo principio fondante basato sul lavoro, sulla piena occupazione e sull’eliminazione delle disuguaglianze, si è sostituito un sistema fondato sui Trattati, ovvero sulla stabilità monetaria, sul mercato fortemente concorrenziale e libero e sulla flessibilità occupazionale, sancita dal concetto di “disoccupazione naturale”.
Tutto questo non può più essere accettato.
Progetto Eurexit nasce quindi per contrastare questo sistema e per mostrare che un’altra UE è non solo possibile, ma necessaria per la stessa tenuta del suo impianto. Sono necessarie riforme strutturali dell’Unione, a partire dai Trattati, per colmarne il deficit di democrazia, trasparenza ed efficienza. Inoltre, è importante far comprendere alla popolazione che, se non c’è a livello europeo la volontà di intraprendere un serio percorso di riforme, l’Italia si troverà in difficoltà sempre maggiori nell’ottemperare ai vincoli ed ai parametri imposti e potrebbe trovarsi in tempi brevi nella situazione già sperimentata dalla Grecia.
A quel punto, è bene essere preparati, conoscendo a fondo pro e contro di ogni scelta, per poter decidere se agire autonomamente, riprendendo il controllo della moneta e delle leve economiche e fiscali e abbandonare l’eurozona, o quali altre opzioni percorrere. Inoltre, non va sottovalutata la possibilità che la decisione di uscire dall’euro venga adottata da altri Paesi membri, o che l’Eurozona imploda a seguito di una concatenazione di eventi incontrollabili. Anche in tali casi, è necessario che l’Italia abbia un “piano di uscita” a disposizione per l’emergenza affinché i cittadini vengano tutelati al meglio da ogni contraccolpo.
COMPITI DELL’ASSOCIAZIONE
INFORMAZIONE
Come detto, fra i compiti principali di Progetto Eurexit c’è quello di divulgare e far comprendere i temi fin qui trattati: ogni associato, nella propria sezione territoriale, è tenuto per quanto possibile a fare opera di divulgazione, attraverso l’organizzazione di incontri, convegni e dibattiti con la popolazione, ma anche con gli operatori economici, le categorie sociali, la classe politica locale e singoli elementi influenti.
Solo attraverso la creazione di una maggiore consapevolezza, che contrasti la “narrazione” dei media e fornisca gli strumenti per avere una propria capacità critica, si può formare quella “massa critica” che possa far maturare nella cittadinanza la comprensione delle opzioni politiche percorribili nell’interesse del Paese, ed eventualmente far diventare azione politica l’attività divulgativa.
A tal fine, la creazione di un Comitato Scientifico agevola il compito degli associati, fornendo strumenti, analisi e indicazioni per la loro formazione e per la successiva attività esterna, oltre a poter organizzare a livello nazionale eventi che possano essere di richiamo più ampio. Una formazione permanente degli associati è essenziale per potere rimanere al passo con i cambiamenti culturali, sociali ed economici che avvengono ormai repentinamente nella società e per avere gli strumenti critici e interpretativi per una corretta decodificazione dei messaggi del mainstream comunicativo e politico.
In questa formazione elemento imprescindibile deve essere la conoscenza delle basi della nostra Costituzione, sia per poter riconoscere la distonia fra essa e i Trattati europei e la sua attuale incompatibilità con lo spirito di quest’ultimi, sia per avere uno strumento di esegesi e contrasto delle interpretazioni distorte che una certa politica attua sul testo della Carta: da ultimo ad esempio tutta la questione riguardo al “diritto alla salute”, considerato come superiore a tutti gli altri, con un’interpretazione aberrante di tale concetto. Vedi componenti sedi e organigramma a questo link
AZIONE POLITICA
Progetto Eurexit intende anche agire fattivamente, sia a livello locale che più ampio.
A livello locale proponendo idee e iniziative specifiche a partiti che abbiano una sensibilità su questi temi, per avvicinarli alle posizioni dell’associazione e portare avanti anche negli organi istituzionali proposte in linea, anche attraverso l’affiliazione di soggetti politici che diventino portavoce delle nostre istanze o l’entrata in politica di associati. Progetto Eurexit non ha una collocazione politica precisa, anche se, nei contenuti, i partiti di centrodestra si sono mostrati sinora più in linea con le sue idee e proposte rispetto ad altri. Ciò non esclude che altri partiti o movimenti possano sostenere Progetto Eurexit o trovarsi concordi, anche a sinistra, dove esiste in alcune frange una consapevolezza già matura delle problematiche sopra esposte.
A livello più elevato, l’associazione fornisce proposte e soluzioni concrete che, grazie al ruolo della Presidente Donato, possono essere portate in Europa e diventare tema di discussione e proposta politica nella UE. Anche a livello nazionale, grazie ai contatti sviluppati da alcuni attuali membri, possono essere elaborate proposte, disegni di legge o soluzioni che possono sfociare in provvedimenti o indirizzare l’attività legislativa.
Progetto Eurexit quindi deve essere considerato sia un “think tank”, di elaborazione e studio, sia un luogo di formazione e divulgazione, ma anche e soprattutto una fonte di propulsione di idee alternative che opera localmente e a livello più ampio.