Pubblichiamo di seguito un articolo a firma di Gaetano Intrieri
Intrieri è docente e consulente aeronautico, autore del blog sulle teorie economiche, Il Diseconomista. Pubblica su riviste di aviazione specificamente mirate al controllo finanziario e all’analisi del budget delle compagnie aeree.
***
Avevo da tempo deciso di non occuparmi più con i miei scritti e le mie analisi della vicenda Alitalia, ma credo che non mi sia più possibile tacere: lo devo a ciò che ho dovuto subire in questi anni e lo devo a ciò che rimane di questo Paese. Miei cari amici e lettori, ebbene sì, occorre dirlo senza più alcuna remora: abbiamo un volpino volante tedesco alla conquista del mercato italiano.
Occorre qui scriverlo senza se e senza ma: Mr. Joerg Eberhart, Presidente ed amministratore delegato di Air Dolomiti, non sarà un fulmine di guerra a gestire aerei visti i risultati del dopo Mayrhuber del gruppo Lufthansa, ma certamente è bello e atletico, insomma: un aitante simbolo della mascolinità tedesca e soprattutto un potentissimo uomo di lobbying e relazioni, nonché il braccio destro dell’amministratore delegato del gruppo Carsten Spohr.
Chiariamoci subito: per Lufthansa, già in deficit di bilancio prima del corona virus, la conquista del mercato italiano e quindi l’annessione di ciò che rimane di Alitalia, oggi più che mai diventa argomento primario – oserei dire quasi di vita o di morte – in barba a chi in questi mesi, abboccando alle affermazioni di esperti dell’ultima ora, abbia pensato che la pandemia potesse mai fermare il carro armato tedesco.
Mr Eberhart, alle dipendenze del suo CEO, ci sta lavorando da almeno tre anni, intanto mandando lettere di interesse al trio commissariale, che assorto e unanime ci veniva a raccontare al Ministero di questo interesse di Lufthansa. Mi ricordo però, che quando io invitavo il buon dott. Nardello, deus ex machina della precedente gestione commissariale, a pretendere un proposta di acquisto di Alitalia nel rispetto delle regole della procedura fallimentare, al di là delle chiacchiere nulla di concreto ci fu mai. E del resto, a me era molto chiaro come si stava muovendo il gruppo tedesco: lo dissi in pubblica piazza già tre anni fa, quando mi invitarono a parlare agli Stati Generali sul trasporto aereo, organizzati dal Movimento 5 stelle (su youtube potete trovare il video).
I tedeschi volevano e vogliono alcuni asset di Alitalia che la trasformerebbero in un Air Dolomiti con qualche aereo di lungo raggio, giusto per presidiare Roma per quel tanto che basta e nulla più. La vera partita non è Alitalia, ma il ricco mercato italiano. Anzi, diciamola tutta: i tedeschi sono gli unici che in questo disastro in cui si trova l’aviazione italiana, avrebbero un certificato di operatore aereo italiano pronto ad accogliere gli asset dell’ormai sempre più derelitta ex compagnia di bandiera italiana e, mentre la classe politica usa armi di distrazione di massa parlando di una impossibile ed improbabile newco, Mr. Eberhart si muove come non mai e spazia attraverso tutto l’arco costituzionale per raggiungere il suo vero obiettivo (tra l’altro dichiarato anche in tempi non sospetti dall’ex CEO di Lufthansa).
Già nel 2018, l’allora sottosegretario Siri ci raccontava al Ministero dei suoi incontri in Air Dolomiti con il funambolico Mr. Eberhart, ed io apprezzavo non poco, dai discorsi del sottosegretario, come Mr Eberhart fosse in grado di “intortare” i propri interlocutori. Tutto stava andando per il meglio: i commissari che sprofondavano in una gestione sempre più catastrofica bruciando centinaia di milioni come se non ci fosse un domani, ed il risultato sembrava ormai ad un passo con il passaggio dei pochi asset che interessavano ai tedeschi della dissanguata Alitalia sul COA di Air Dolomiti.
Ecco però che ci fu l’imprevisto che non ti aspetti. Il nostro simpaticissimo tessitore tedesco non aveva fatto i conti con un genio vero dell’aviazione che si chiama Ed Bastian.
Mr. Bastian capì subito il gioco tedesco e – pur non avendo la benché minima intenzione di rilevare Alitalia, assolutamente non strategica per Delta, considerando che Mr Bastian conosce almeno da 20 anni cosa è Alitalia in termini di sottobanco, subappalti ed inefficienza di processo – ecco che si inventa una negoziazione della durata di circa 1 anno, “mettendo su” un circo favoloso in cui, senza neanche inviare in Italia a perdere tempo un manager di prima linea, ne inviò uno della terza, di linea, con il chiaro ed unico intento di fare la cosiddetta “ammuina” e nulla più, o in altre parole “cazzeggio”.
Ricordo ancora di quando da solo scrivevo del bluff di Delta e venivo bollato dai seguaci del libro dei sogni come un rompiballe, uccello del malaugurio, ecc. ecc., sino ad arrivare a bancarottiere, truffaldino, “taroccatore” di CV e anche sessista, che non guasta. Mi mancava solo “mafioso” e “trafficante di cocaina” e poi potevano venire direttamente i carabinieri a prendermi. La cosa bella è che l’andazzo delle cause per i danni che ho richiesto, qualche soldino in tasca me lo porterà e sarà un piacere devolverli in beneficienza a chi si prende cura dei cani randagi.
Un giorno, Mr. Bastian dovette persino fare i conti con l’Inglese del Dott. Battisti, AD di FS, precipitatosi ad Atlanta insieme al commissario Paleari. Lì il grande Bastian (ed occorre dirlo perché parlare di aviazione con due persone totalmente avulse dal mondo aeronautico è cosa difficile anche per lui) ebbe davvero un sussulto e serissimi problemi di convulsione delle sinapsi cerebrali nel contenere quell’irrefrenabile istinto che lo avrebbe fatto scoppiare in fragorose risate, ma riuscì in qualche modo a gestire il processo pensando ai momenti più tristi della sua vita pur di mantenersi sobrio e serioso in un contesto gigionesco e buffonesco come mai gli era capitato nella sua non breve carriera professionale.
Il sacrificio non fu vano, perché servì a rallentare l’irrefrenabile corsa del nostro super attivo Mr. Eberhart, che, per conto del suo capo, si dannava attraverso l’intero arco costituzionale italiano per intortare al meglio chiunque gli capitasse a tiro. L’unico che non riuscì ad intortare fu il sindaco di Fiumicino, Sen. Esterino Montino, politico di lungo corso che, grazie ad un suo consulente compagno di vecchia data, aveva ben compreso dove il nostro infaticabile manager teutonico andasse a parare.
Spohr ha fatto di tutto in questi mesi, arrivando persino ad invitare i giornalisti italiani per una finta conferenza stampa in Germania e dettando cosa scrivere. Ha inoltre mandato il fido Eberhart a raccontare alla commissione trasporti della camera esattamente le stesse cose che io avevo detto alla stessa commissione qualche giorno prima circa la non più procrastinabile ristrutturazione di Alitalia, ben sapendo che né la prima gestione commissariale né la seconda (che di fatto aveva solo il compito di consegnare entro il 31 Maggio gli asset ai tedeschi) sarebbero state in grado di farlo.
Purtroppo però non poteva – come del resto nessuno – fare i conti con la pandemia che ha fermato il mondo, ingigantendo tra l’altro in modo esponenziale i problemi di bilancio di Lufthansa che – occorre qui ribadirlo – erano ben noti anche da prima del virus, a chi si occupa di trasporto aereo.
Ecco allora l’ultima delle brillanti idee: trovare proprio in Italia, attraverso Air Dolomiti ed attraverso la costituzione di un’improbabile finta newco, i soldi per prendersi ciò che rimane del “cucuzzaro”.
Mr. Eberhart, infatti, con un miracolo non da poco, è riuscito ad entrare intanto nel decreto che dovrebbe finanziare a fondo perduto le compagnie aeree italiane a causa del corona virus, per cui viviamo il paradosso che con i soldi dei cittadini italiani finanziamo un’aerolinea che di italiano ha solo il COA, perché come è noto è a totale capitale tedesco, e poi, attraverso l’impossibile piano di Alitalia che non c’è, dovremo anche andare da lui (che di fatto è sempre lì) a pregarlo di prendere ciò che rimane di Alitalia, pagandolo per giunta, così come da sempre i Tedeschi hanno preteso per prendersi le spoglie della nostra gloriosa ex compagnia di bandiera.
Nel bel mentre, dall’altra parte, Ed Bastian ha completato il suo percorso e adesso che (come era nelle cose) quel che rimane di Alitalia è fuori di fatto da Sky Team, potrà venire con Air France a fare la guerra sul segmento corporate e leisure del mercato italiano, per ingrossare il federaggio sui loro rispettivi Hub.
Tutto quanto sin qui narrato, condotto in barba alle più elementari regole delle procedure concorsuali, in un Paese dove, del resto, qualsiasi forma di regola è delegata all’improvvisazione ed il tutto è giocato attraverso la totale insipienza degli intortati di questa storia, ovvero gran parte della classe politica italiana che a spese dei contribuenti italiani manda avanti un’impresa in amministrazione straordinaria con i soldi dei contribuenti e che ormai è ridotta con la regia tedesca allo zero assoluto.
Nel mentre, questi stessi politici ubriacano l’opinione pubblica ed i dipendenti di Alitalia – vere vittime predestinate di questo scempio – con roboanti dichiarazioni che, come quelle che fanno da tre anni a questa parte, saranno solamente fuffa e dolori seri per noi contribuenti e per gli ignari dipendenti di Alitalia, e non ultimo, si apre anche la ridicola corsa alle ridicole poltrone di vertice della “compagnia che non c’è”.
A dicembre, il Sindaco di Fiumicino ed altri vecchi compagni mi chiesero qualcosa che a me sarebbe pesato molto rispetto alle mie ambizioni personali e professionali, che sono per fortuna ben distanti da questo Paese, ma dissi “obbedisco”.
Adesso sono io che chiederò ad Esterino Montino una cortesia: così come lui ha accettato di incontrare Mr. Eberhart quando il nostro scaltrissimo manager tedesco gli chiese un incontro, adesso sarà lui che dovrà invitare ad un incontro Mr Eberhar,t ma quell’incontro dovrà essere pubblico ed a quell’incontro ci dovrò essere anche io, e così vediamo se Mr Eberhart sarà così abile da intortare pure me.
È venuto il momento che questo Paese, e soprattutto i dipendenti di Alitalia, sappiano bene di che morte dovranno morire. È venuto il momento che qualcuno faccia tana a questo sconcertante piano che vede il nostro Paese mortificato per l’ennesima volta da giochi di palazzo che, considerando il disastroso stato della nostra economia, non ci possiamo più permettere.
Vi renderò edotti se Mr. Eberhart accetterà un dibattito pubblico a carte scoperte fatto di dati, avvenimenti e dettagli tecnici. Se non accetterà un sereno confronto, come potrebbe essere probabile, ognuno potrà trarre le sue conclusioni. È venuto il momento che ognuno, nessuno escluso, si assuma le sue responsabilità e sono certo che Esterino Montino se le saprà assumere ed organizzerà nell’interesse del Paese e delle maestranze di Alitalia questo incontro pubblico.
Dopo di ciò, vorrei tranquillizzare coloro a cui ho rotto la scatole in questi anni (e non sono pochi, se penso alla gestione commissariale di Alitalia, all’aereo di Stato, all’ENAV ed ad ADR/Atlantia), che non scriverò mai più nulla su Alitalia e sugli scempi di questo Paese, anche perché spero presto di lasciarlo questo Paese, per andare a vivere in un posto dove ancora il sociale è un valore e lo studio e le competenze hanno un senso.
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Scacco Matto
Il Presidente e AD di Air Dolomiti Joerg Eberhart
Pubblichiamo di seguito un articolo a firma di Gaetano Intrieri
Intrieri è docente e consulente aeronautico, autore del blog sulle teorie economiche, Il Diseconomista. Pubblica su riviste di aviazione specificamente mirate al controllo finanziario e all’analisi del budget delle compagnie aeree.
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Avevo da tempo deciso di non occuparmi più con i miei scritti e le mie analisi della vicenda Alitalia, ma credo che non mi sia più possibile tacere: lo devo a ciò che ho dovuto subire in questi anni e lo devo a ciò che rimane di questo Paese. Miei cari amici e lettori, ebbene sì, occorre dirlo senza più alcuna remora: abbiamo un volpino volante tedesco alla conquista del mercato italiano.
Occorre qui scriverlo senza se e senza ma: Mr. Joerg Eberhart, Presidente ed amministratore delegato di Air Dolomiti, non sarà un fulmine di guerra a gestire aerei visti i risultati del dopo Mayrhuber del gruppo Lufthansa, ma certamente è bello e atletico, insomma: un aitante simbolo della mascolinità tedesca e soprattutto un potentissimo uomo di lobbying e relazioni, nonché il braccio destro dell’amministratore delegato del gruppo Carsten Spohr.
Chiariamoci subito: per Lufthansa, già in deficit di bilancio prima del corona virus, la conquista del mercato italiano e quindi l’annessione di ciò che rimane di Alitalia, oggi più che mai diventa argomento primario – oserei dire quasi di vita o di morte – in barba a chi in questi mesi, abboccando alle affermazioni di esperti dell’ultima ora, abbia pensato che la pandemia potesse mai fermare il carro armato tedesco.
Mr Eberhart, alle dipendenze del suo CEO, ci sta lavorando da almeno tre anni, intanto mandando lettere di interesse al trio commissariale, che assorto e unanime ci veniva a raccontare al Ministero di questo interesse di Lufthansa. Mi ricordo però, che quando io invitavo il buon dott. Nardello, deus ex machina della precedente gestione commissariale, a pretendere un proposta di acquisto di Alitalia nel rispetto delle regole della procedura fallimentare, al di là delle chiacchiere nulla di concreto ci fu mai. E del resto, a me era molto chiaro come si stava muovendo il gruppo tedesco: lo dissi in pubblica piazza già tre anni fa, quando mi invitarono a parlare agli Stati Generali sul trasporto aereo, organizzati dal Movimento 5 stelle (su youtube potete trovare il video).
I tedeschi volevano e vogliono alcuni asset di Alitalia che la trasformerebbero in un Air Dolomiti con qualche aereo di lungo raggio, giusto per presidiare Roma per quel tanto che basta e nulla più. La vera partita non è Alitalia, ma il ricco mercato italiano. Anzi, diciamola tutta: i tedeschi sono gli unici che in questo disastro in cui si trova l’aviazione italiana, avrebbero un certificato di operatore aereo italiano pronto ad accogliere gli asset dell’ormai sempre più derelitta ex compagnia di bandiera italiana e, mentre la classe politica usa armi di distrazione di massa parlando di una impossibile ed improbabile newco, Mr. Eberhart si muove come non mai e spazia attraverso tutto l’arco costituzionale per raggiungere il suo vero obiettivo (tra l’altro dichiarato anche in tempi non sospetti dall’ex CEO di Lufthansa).
Già nel 2018, l’allora sottosegretario Siri ci raccontava al Ministero dei suoi incontri in Air Dolomiti con il funambolico Mr. Eberhart, ed io apprezzavo non poco, dai discorsi del sottosegretario, come Mr Eberhart fosse in grado di “intortare” i propri interlocutori. Tutto stava andando per il meglio: i commissari che sprofondavano in una gestione sempre più catastrofica bruciando centinaia di milioni come se non ci fosse un domani, ed il risultato sembrava ormai ad un passo con il passaggio dei pochi asset che interessavano ai tedeschi della dissanguata Alitalia sul COA di Air Dolomiti.
Ecco però che ci fu l’imprevisto che non ti aspetti. Il nostro simpaticissimo tessitore tedesco non aveva fatto i conti con un genio vero dell’aviazione che si chiama Ed Bastian.
Mr. Bastian capì subito il gioco tedesco e – pur non avendo la benché minima intenzione di rilevare Alitalia, assolutamente non strategica per Delta, considerando che Mr Bastian conosce almeno da 20 anni cosa è Alitalia in termini di sottobanco, subappalti ed inefficienza di processo – ecco che si inventa una negoziazione della durata di circa 1 anno, “mettendo su” un circo favoloso in cui, senza neanche inviare in Italia a perdere tempo un manager di prima linea, ne inviò uno della terza, di linea, con il chiaro ed unico intento di fare la cosiddetta “ammuina” e nulla più, o in altre parole “cazzeggio”.
Ricordo ancora di quando da solo scrivevo del bluff di Delta e venivo bollato dai seguaci del libro dei sogni come un rompiballe, uccello del malaugurio, ecc. ecc., sino ad arrivare a bancarottiere, truffaldino, “taroccatore” di CV e anche sessista, che non guasta. Mi mancava solo “mafioso” e “trafficante di cocaina” e poi potevano venire direttamente i carabinieri a prendermi. La cosa bella è che l’andazzo delle cause per i danni che ho richiesto, qualche soldino in tasca me lo porterà e sarà un piacere devolverli in beneficienza a chi si prende cura dei cani randagi.
Un giorno, Mr. Bastian dovette persino fare i conti con l’Inglese del Dott. Battisti, AD di FS, precipitatosi ad Atlanta insieme al commissario Paleari. Lì il grande Bastian (ed occorre dirlo perché parlare di aviazione con due persone totalmente avulse dal mondo aeronautico è cosa difficile anche per lui) ebbe davvero un sussulto e serissimi problemi di convulsione delle sinapsi cerebrali nel contenere quell’irrefrenabile istinto che lo avrebbe fatto scoppiare in fragorose risate, ma riuscì in qualche modo a gestire il processo pensando ai momenti più tristi della sua vita pur di mantenersi sobrio e serioso in un contesto gigionesco e buffonesco come mai gli era capitato nella sua non breve carriera professionale.
Il sacrificio non fu vano, perché servì a rallentare l’irrefrenabile corsa del nostro super attivo Mr. Eberhart, che, per conto del suo capo, si dannava attraverso l’intero arco costituzionale italiano per intortare al meglio chiunque gli capitasse a tiro. L’unico che non riuscì ad intortare fu il sindaco di Fiumicino, Sen. Esterino Montino, politico di lungo corso che, grazie ad un suo consulente compagno di vecchia data, aveva ben compreso dove il nostro infaticabile manager teutonico andasse a parare.
Spohr ha fatto di tutto in questi mesi, arrivando persino ad invitare i giornalisti italiani per una finta conferenza stampa in Germania e dettando cosa scrivere. Ha inoltre mandato il fido Eberhart a raccontare alla commissione trasporti della camera esattamente le stesse cose che io avevo detto alla stessa commissione qualche giorno prima circa la non più procrastinabile ristrutturazione di Alitalia, ben sapendo che né la prima gestione commissariale né la seconda (che di fatto aveva solo il compito di consegnare entro il 31 Maggio gli asset ai tedeschi) sarebbero state in grado di farlo.
Purtroppo però non poteva – come del resto nessuno – fare i conti con la pandemia che ha fermato il mondo, ingigantendo tra l’altro in modo esponenziale i problemi di bilancio di Lufthansa che – occorre qui ribadirlo – erano ben noti anche da prima del virus, a chi si occupa di trasporto aereo.
Ecco allora l’ultima delle brillanti idee: trovare proprio in Italia, attraverso Air Dolomiti ed attraverso la costituzione di un’improbabile finta newco, i soldi per prendersi ciò che rimane del “cucuzzaro”.
Mr. Eberhart, infatti, con un miracolo non da poco, è riuscito ad entrare intanto nel decreto che dovrebbe finanziare a fondo perduto le compagnie aeree italiane a causa del corona virus, per cui viviamo il paradosso che con i soldi dei cittadini italiani finanziamo un’aerolinea che di italiano ha solo il COA, perché come è noto è a totale capitale tedesco, e poi, attraverso l’impossibile piano di Alitalia che non c’è, dovremo anche andare da lui (che di fatto è sempre lì) a pregarlo di prendere ciò che rimane di Alitalia, pagandolo per giunta, così come da sempre i Tedeschi hanno preteso per prendersi le spoglie della nostra gloriosa ex compagnia di bandiera.
Nel bel mentre, dall’altra parte, Ed Bastian ha completato il suo percorso e adesso che (come era nelle cose) quel che rimane di Alitalia è fuori di fatto da Sky Team, potrà venire con Air France a fare la guerra sul segmento corporate e leisure del mercato italiano, per ingrossare il federaggio sui loro rispettivi Hub.
Tutto quanto sin qui narrato, condotto in barba alle più elementari regole delle procedure concorsuali, in un Paese dove, del resto, qualsiasi forma di regola è delegata all’improvvisazione ed il tutto è giocato attraverso la totale insipienza degli intortati di questa storia, ovvero gran parte della classe politica italiana che a spese dei contribuenti italiani manda avanti un’impresa in amministrazione straordinaria con i soldi dei contribuenti e che ormai è ridotta con la regia tedesca allo zero assoluto.
Nel mentre, questi stessi politici ubriacano l’opinione pubblica ed i dipendenti di Alitalia – vere vittime predestinate di questo scempio – con roboanti dichiarazioni che, come quelle che fanno da tre anni a questa parte, saranno solamente fuffa e dolori seri per noi contribuenti e per gli ignari dipendenti di Alitalia, e non ultimo, si apre anche la ridicola corsa alle ridicole poltrone di vertice della “compagnia che non c’è”.
A dicembre, il Sindaco di Fiumicino ed altri vecchi compagni mi chiesero qualcosa che a me sarebbe pesato molto rispetto alle mie ambizioni personali e professionali, che sono per fortuna ben distanti da questo Paese, ma dissi “obbedisco”.
Adesso sono io che chiederò ad Esterino Montino una cortesia: così come lui ha accettato di incontrare Mr. Eberhart quando il nostro scaltrissimo manager tedesco gli chiese un incontro, adesso sarà lui che dovrà invitare ad un incontro Mr Eberhar,t ma quell’incontro dovrà essere pubblico ed a quell’incontro ci dovrò essere anche io, e così vediamo se Mr Eberhart sarà così abile da intortare pure me.
È venuto il momento che questo Paese, e soprattutto i dipendenti di Alitalia, sappiano bene di che morte dovranno morire. È venuto il momento che qualcuno faccia tana a questo sconcertante piano che vede il nostro Paese mortificato per l’ennesima volta da giochi di palazzo che, considerando il disastroso stato della nostra economia, non ci possiamo più permettere.
Vi renderò edotti se Mr. Eberhart accetterà un dibattito pubblico a carte scoperte fatto di dati, avvenimenti e dettagli tecnici. Se non accetterà un sereno confronto, come potrebbe essere probabile, ognuno potrà trarre le sue conclusioni. È venuto il momento che ognuno, nessuno escluso, si assuma le sue responsabilità e sono certo che Esterino Montino se le saprà assumere ed organizzerà nell’interesse del Paese e delle maestranze di Alitalia questo incontro pubblico.
Dopo di ciò, vorrei tranquillizzare coloro a cui ho rotto la scatole in questi anni (e non sono pochi, se penso alla gestione commissariale di Alitalia, all’aereo di Stato, all’ENAV ed ad ADR/Atlantia), che non scriverò mai più nulla su Alitalia e sugli scempi di questo Paese, anche perché spero presto di lasciarlo questo Paese, per andare a vivere in un posto dove ancora il sociale è un valore e lo studio e le competenze hanno un senso.