L’attacco al ceto medio, il terrorismo sanitario e i flussi migratori incontrollati, si compone un inquietante puzzle
Quanto sta avvenendo in questi mesi nel Mediterraneo necessita una riflessione. Per comprendere meglio, ci viene in soccorso una lettera molto antica: quella che, nel 1870, Carl Marx (il filosofo cui sulla carta si ispirerebbero tanti partiti di sinistra) scrisse a due suoi collaboratori, in relazione ai flussi migratori in Inghilterra.
Marx sosteneva (v. link) che la presenza di migranti irlandesi sul territorio inglese consentisse agli industriali di innescare una competizione al ribasso con i proletari inglesi, che potevano essere facilmente sostituiti se e quando avessero protestato per i loro diritti.
La procura di Ragusa ha aperto un’indagine relativamente ad un trasbordo illegale avvenuto in acque maltesi (v. link). Dietro pagamento di un corrispettivo in denaro, 27 migranti sarebbero stati trasferiti dalla nave danese Maerks Etienne – che li aveva soccorsi 37 giorni prima ed era in attesa di autorizzazione allo sbarco a Malta – alla Mare Jonio, imbarcazione Italiana che operava per conto della Mediterranea Saving Humans aps, la quale poté far sbarcare i migranti a Pozzallo in Sicilia.
Il fatto apre molti interrogativi.
Chi è interessato a pagare ingenti somme perché dei migranti sbarchino in Italia invece che a Malta? Quale vantaggio può conseguire da questo fatto? Quanto altro denaro è stato speso in passato per facilitare gli sbarchi in Italia?
Il fenomeno delle migrazioni dall’Africa è sicuramente complesso: investe la sfera geopolitica, economica e sociale, mentre certa “sinistra” ha voluto strumentalmente ridurlo unicamente ad una questione umanitaria.
Ma dietro a questa facciata di solidarismo peloso, c’è chi approfitta dell’ingenuità di uomini e donne ignari di cosa li aspetta, convincendoli a dire addio ai loro affetti ed alla loro casa per intraprendere una traversata a caro prezzo ed a rischio della vita, nel miraggio di una vita facile nel bengodi del continente europeo. Ad attendere questa gente invece vi è ben altro: centri di accoglienza al collasso, vita da clandestini, lavoro nei campi per pochi euro al giorno sfruttati da caporali o peggio, spaccio di droga o accattonaggio, mentre le donne, anche giovanissime, finiscono spesso a vendersi lungo le strade.
I flussi migratori non si potranno forse improvvisamente bloccare, ma certamente si dovrebbero gestire con intelligenza e coerenza, riconducendoli in un quadro di legalità, cosa che sarebbe certamente più semplice ed efficace se si facesse tramite un’azione congiunta e coordinata nell’ambito dell’Unione Europea. Ma l’UE, che in verità non è affatto un’unione armoniosa e politicamente omogenea, si sottrae ad una politica condivisa su questo tema, perché gli interessi dei vari Paesi membri, anche su questo tema, divergono.
Certo è che qualcuno, dietro le quinte, lavora per incanalare questi flussi verso l’Italia, perché evidentemente ne trae dei vantaggi.
Tanta gente priva di alcun mezzo di sostentamento continua intanto ad arrivare nel nostro Paese, in cui la gestione fallimentare dell’emergenza Covid sta demolendo la classe media, creando nuove sacche di povertà che fino a ieri non esistevano. Al caos normativo, alla tensione psicologica e sociale dovuta agli effetti delle prolungate restrizioni, si aggiunge l’insicurezza di grandi masse di immigrati: altre bocche da sfamare già pronte a tutto per la sopravvivenza.
Il conflitto è lo sbocco inevitabile di questo mix esplosivo. Un popolo di nuovi schiavi si affaccia su un mercato del lavoro già più che saturo, presentandosi come l’antagonista più temibile per milioni di cittadini che il lavoro l’hanno perso. E dove esplodono i conflitti è facile per i governi con tendenze autoritarie intervenire duramente con una generalizzata repressione.
L’attacco al ceto medio, il terrorismo sanitario e i flussi migratori incontrollati sono a mio avviso tutti pezzi dello stesso puzzle, la cui immagine completa si sta delineando sempre più chiaramente.
Ed è un’immagine davvero inquietante, in cui la strategia del “divide et impera” raggiunge la sua massima espressione: paura, fame, insicurezza e angoscia sono i carburanti ideali per mantenere vivo il fuoco delle divisioni e della rabbia, conservando specularmente nelle mani dei pochi “illuminati” leader di Paesi e Unioni, il potere di tener tutto in precario equilibrio, arricchendo chi li sponsorizza. Finché dura.
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L’attacco al ceto medio, il terrorismo sanitario e i flussi migratori incontrollati, si compone un inquietante puzzle
L’attacco al ceto medio, il terrorismo sanitario e i flussi migratori incontrollati, si compone un inquietante puzzle
Quanto sta avvenendo in questi mesi nel Mediterraneo necessita una riflessione. Per comprendere meglio, ci viene in soccorso una lettera molto antica: quella che, nel 1870, Carl Marx (il filosofo cui sulla carta si ispirerebbero tanti partiti di sinistra) scrisse a due suoi collaboratori, in relazione ai flussi migratori in Inghilterra.
Marx sosteneva (v. link) che la presenza di migranti irlandesi sul territorio inglese consentisse agli industriali di innescare una competizione al ribasso con i proletari inglesi, che potevano essere facilmente sostituiti se e quando avessero protestato per i loro diritti.
La procura di Ragusa ha aperto un’indagine relativamente ad un trasbordo illegale avvenuto in acque maltesi (v. link). Dietro pagamento di un corrispettivo in denaro, 27 migranti sarebbero stati trasferiti dalla nave danese Maerks Etienne – che li aveva soccorsi 37 giorni prima ed era in attesa di autorizzazione allo sbarco a Malta – alla Mare Jonio, imbarcazione Italiana che operava per conto della Mediterranea Saving Humans aps, la quale poté far sbarcare i migranti a Pozzallo in Sicilia.
Il fatto apre molti interrogativi.
Chi è interessato a pagare ingenti somme perché dei migranti sbarchino in Italia invece che a Malta? Quale vantaggio può conseguire da questo fatto? Quanto altro denaro è stato speso in passato per facilitare gli sbarchi in Italia?
Il fenomeno delle migrazioni dall’Africa è sicuramente complesso: investe la sfera geopolitica, economica e sociale, mentre certa “sinistra” ha voluto strumentalmente ridurlo unicamente ad una questione umanitaria.
Ma dietro a questa facciata di solidarismo peloso, c’è chi approfitta dell’ingenuità di uomini e donne ignari di cosa li aspetta, convincendoli a dire addio ai loro affetti ed alla loro casa per intraprendere una traversata a caro prezzo ed a rischio della vita, nel miraggio di una vita facile nel bengodi del continente europeo. Ad attendere questa gente invece vi è ben altro: centri di accoglienza al collasso, vita da clandestini, lavoro nei campi per pochi euro al giorno sfruttati da caporali o peggio, spaccio di droga o accattonaggio, mentre le donne, anche giovanissime, finiscono spesso a vendersi lungo le strade.
I flussi migratori non si potranno forse improvvisamente bloccare, ma certamente si dovrebbero gestire con intelligenza e coerenza, riconducendoli in un quadro di legalità, cosa che sarebbe certamente più semplice ed efficace se si facesse tramite un’azione congiunta e coordinata nell’ambito dell’Unione Europea. Ma l’UE, che in verità non è affatto un’unione armoniosa e politicamente omogenea, si sottrae ad una politica condivisa su questo tema, perché gli interessi dei vari Paesi membri, anche su questo tema, divergono.
Certo è che qualcuno, dietro le quinte, lavora per incanalare questi flussi verso l’Italia, perché evidentemente ne trae dei vantaggi.
Tanta gente priva di alcun mezzo di sostentamento continua intanto ad arrivare nel nostro Paese, in cui la gestione fallimentare dell’emergenza Covid sta demolendo la classe media, creando nuove sacche di povertà che fino a ieri non esistevano. Al caos normativo, alla tensione psicologica e sociale dovuta agli effetti delle prolungate restrizioni, si aggiunge l’insicurezza di grandi masse di immigrati: altre bocche da sfamare già pronte a tutto per la sopravvivenza.
Il conflitto è lo sbocco inevitabile di questo mix esplosivo. Un popolo di nuovi schiavi si affaccia su un mercato del lavoro già più che saturo, presentandosi come l’antagonista più temibile per milioni di cittadini che il lavoro l’hanno perso. E dove esplodono i conflitti è facile per i governi con tendenze autoritarie intervenire duramente con una generalizzata repressione.
L’attacco al ceto medio, il terrorismo sanitario e i flussi migratori incontrollati sono a mio avviso tutti pezzi dello stesso puzzle, la cui immagine completa si sta delineando sempre più chiaramente.
Ed è un’immagine davvero inquietante, in cui la strategia del “divide et impera” raggiunge la sua massima espressione: paura, fame, insicurezza e angoscia sono i carburanti ideali per mantenere vivo il fuoco delle divisioni e della rabbia, conservando specularmente nelle mani dei pochi “illuminati” leader di Paesi e Unioni, il potere di tener tutto in precario equilibrio, arricchendo chi li sponsorizza. Finché dura.