Pubblichiamo una breve analisi sul MES frutto della riflessione di un costituzionalista, due avvocati, due docenti universitari ed un imprenditore.
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Il MES, ossia il Meccanismo europeo di stabilitá (evoluzione dell’ex fondo salva-Stati), nato a seguito di un preciso Accordo internazionale nel 2012 al di fuori del Trattato di Lisbona del 2007, é un’organizzazione internazione a carattere regionale, con sede nel Lussemburgo, ed ha come azionisti i Paesi della zona euro.
Il suo compito é quello di emettere strumenti di debito per finanziare prestiti e altre forme di assistenza finanziaria a favore degli Stati che hanno adottato l’euro e che si trovano in una situazione di difficoltá. Quello di cui si discute in questi giorni, peró, non é il Mes in sé, che l’Italia ha già ratificato con legge ordinaria dello Stato n. 116/2012, ma le modifiche apportate all’istituto in questione nel 2021.
Sul piano giuridico non c’é alcun obbligo, da parte del Parlamento italiano, di autorizzare la ratifica (è una competenza delle Camere e non del Governo), anche se le conseguenze del rifiuto si riverberebbero inevitabilmente in termini reputazionali. Va precisato, inoltre, che, in difetto di entrata in vigore del nuovo Trattato, non si determina un’estinzione del Mes: questo continua ad esistere in forza del suo precedente atto istitutivo, operando in base al testo originario senza tener conto delle modifiche.
Ora, se non si affronta il vero nodo della questione, ossia il vincolo esterno, la discussione in corso rimane sterile, configurandosi come il risultato di una politica incapace di guardare al cuore del problema. Nel 2012 (in carica c’era il Governo Monti) solo la Lega votó contro la legge di autorizzazione alla ratifica, mentre a favore si registró il voto di alcuni esponenti dell’allora Pdl (la Meloni era assente).
In conclusione, la questione del Mes é solo una componente del vero problema del nostro Paese: il controllo che l’Unione Europea, al di fuori spesso di qualunque circuito democratico, esercita nei confronti dei ventisette Stati membri.
Tutto il resto é….noia…
Avv. Filippo Borelli (Avvocato amministrativista del Foro di Verona)
Avv. Paolo Menarin (Avvocato del Foro di Vicenza)
Prof. Lorenzo Maria Pacini (Filosofo della Politica/Campus universitario “Unidolomiti” di Belluno)
Prof. Avv. Augusto Sinagra (Universitá “La Sapienza” di Roma. Avvocato cassazionista del Foro di Roma)
Prof. Daniele Trabucco (Costituzionalista/Campus universitario “Unidolomiti” di Belluno ed Indef)
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MES ED ITALIA: FACCIAMO CHIAREZZA. IL VINCOLO ESTERNO È IL PROBLEMA CHE NESSUNO COGLIE
Pubblichiamo una breve analisi sul MES frutto della riflessione di un costituzionalista, due avvocati, due docenti universitari ed un imprenditore.
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Il MES, ossia il Meccanismo europeo di stabilitá (evoluzione dell’ex fondo salva-Stati), nato a seguito di un preciso Accordo internazionale nel 2012 al di fuori del Trattato di Lisbona del 2007, é un’organizzazione internazione a carattere regionale, con sede nel Lussemburgo, ed ha come azionisti i Paesi della zona euro.
Il suo compito é quello di emettere strumenti di debito per finanziare prestiti e altre forme di assistenza finanziaria a favore degli Stati che hanno adottato l’euro e che si trovano in una situazione di difficoltá. Quello di cui si discute in questi giorni, peró, non é il Mes in sé, che l’Italia ha già ratificato con legge ordinaria dello Stato n. 116/2012, ma le modifiche apportate all’istituto in questione nel 2021.
Sul piano giuridico non c’é alcun obbligo, da parte del Parlamento italiano, di autorizzare la ratifica (è una competenza delle Camere e non del Governo), anche se le conseguenze del rifiuto si riverberebbero inevitabilmente in termini reputazionali. Va precisato, inoltre, che, in difetto di entrata in vigore del nuovo Trattato, non si determina un’estinzione del Mes: questo continua ad esistere in forza del suo precedente atto istitutivo, operando in base al testo originario senza tener conto delle modifiche.
Ora, se non si affronta il vero nodo della questione, ossia il vincolo esterno, la discussione in corso rimane sterile, configurandosi come il risultato di una politica incapace di guardare al cuore del problema. Nel 2012 (in carica c’era il Governo Monti) solo la Lega votó contro la legge di autorizzazione alla ratifica, mentre a favore si registró il voto di alcuni esponenti dell’allora Pdl (la Meloni era assente).
In conclusione, la questione del Mes é solo una componente del vero problema del nostro Paese: il controllo che l’Unione Europea, al di fuori spesso di qualunque circuito democratico, esercita nei confronti dei ventisette Stati membri.
Tutto il resto é….noia…
Avv. Filippo Borelli (Avvocato amministrativista del Foro di Verona)
Avv. Paolo Menarin (Avvocato del Foro di Vicenza)
Prof. Lorenzo Maria Pacini (Filosofo della Politica/Campus universitario “Unidolomiti” di Belluno)
Prof. Avv. Augusto Sinagra (Universitá “La Sapienza” di Roma. Avvocato cassazionista del Foro di Roma)
Prof. Daniele Trabucco (Costituzionalista/Campus universitario “Unidolomiti” di Belluno ed Indef)
Emanuele Zoccarato (Imprenditore commerciale)