Sì, sono sopravvissuta alla delusione per la mia mancata elezione al Parlamento europeo (che peraltro, è ovvio, era stata ampiamente messa in conto), ma soprattutto alla “mazzata” del 40% al PD.
Certo, per chi milita contro l’euro e la dittatura bancocratica sovrazionale, una vittoria del partito che più fortemente sostiene tali forze non può che essere un trauma.
Ma si sa, nella lotta per il raggiungimento di obiettivi fondamentali e nobili come la vera democrazia, la libertà dei Popoli ed il recupero della centralità del bene della collettività nell’alveo degli interessi che un Stato deve perseguire, una sconfitta non può di certo scoraggiare al punto di rinunciare a combattere.
Pertanto, vorrei tranquillizzare tutti coloro che, con impagabile premura ed affetto, mi hanno scritto nei giorni scorsi, per darmi ancora una volta il loro sostegno e pregandomi di non mollare. Non ci penso proprio.
Ma è necessario, vista la situazione, un cambio di passo e di strategia.
Di fronte ad un panorama politico europeo in cui i partiti euroscettici hanno sfondato ovunque, tranne che in Italia, è doveroso fermarsi a riflettere e, soprattutto, osservare per un po’ l’evolversi degli eventi.
Siamo nella fase cosiddetta di “luna di miele” fra Renzi ed il suo elettorato: tutte le speranze e le aspettative sono riposte nelle esorbitanti promesse e rosee previsioni diffuse dal nostro Presidente del Consiglio. Quanto durerà, non possiamo dirlo oggi, ma è ragionevole pensare che già in autunno il palcoscenico del magnifico show renziano comincerà a scricchiolare. Per il crollo vero e proprio ci vorrà un po’ più tempo, dato che sicuramente ai primi segnali di cedimento interverranno in suo soccorso i suoi supporters della Troika e gli “Illuminati” del giro buono della finanza e dell’impresa multinazionale, rassicurando i cosiddetti “mercati” e gli elettori preoccupati raccontando che “la ripresa si vede” e altre bufale che già conoscete.
Ma mentre noi cittadini siamo notoriamente dei boccaloni (non tutti grazie a Dio, ma in gran parte), i “mercati” credono ai proclami solo finché c’è almeno un margine di verosimiglianza, dopo di che battono in ritirata mandando all’aria tutti i castelli di carte. E se la situazione economica dell’eurozona, al di là dei falsi messaggi che diffondono i media compiacenti, non vedrà una vera ripresa (traducibile in termini di diminuzione della disoccupazione, ripresa dei consumi ed altri indicatori reali), il disagio e le tensioni sociali già minacciosamente cresciute, ma sino ad oggi ancora sotto controllo, finiranno per esplodere.
Capire questo, non significa “fare i gufi”, ma semplicemente guardare un po’ più in là del proprio naso.
In buona sostanza, è possibile che il terremoto che porterà al crollo del sistema dell’eurozona arrivi entro il prossimo anno, ben prima quindi che da noi si creino le condizioni politiche tali da rendere possibile l’uscita dall’euro del nostro Paese prima del breakup. Quel giorno, come dice Bagnai, per chi siederà al governo sarà il giorno del giudizio. Ma non voglio ora indugiare oltre in previsioni funeste o metafore bibliche.
Voglio soltanto ribadire ancora una volta la mia ferma convinzione: l’euro salterà, nonostante tutte le misure ed i trucchetti che metteranno in campo per salvarlo. Il giorno dopo, ci sarà da raccogliere i cocci e cominciare a ricostruire.
Nel frattempo, però, non ce ne staremo con le mani in mano.
Cosa faccio quindi ora? Mi rimetto a studiare. Ritengo che la preparazione e la competenza siano sempre l’arma migliore per combattere le guerre ideologiche e contrastare la propaganda che come un fango-cemento a presa rapida tiene in piedi la palafitta europea. Solo una forte corrente di acqua limpida può sciogliere quel fango e mettere a nudo la precarietà della costruzione eurocentrica che ci sta distruggendo, e che ci viene invece data per irreversibile ed indistruttibile.
Starò quindi, per ragioni di tempi e priorità, un po’ più defilata dal punto di vista mediatico. I programmi tv attraverso i quali molti di voi mi hanno conosciuta continuano a cercarmi, ma ho dovuto cominciare a dire di no. L’esposizione mediatica e la disponibilità ad un confronto assiduo con i mentitori del sistema non è l’unica forma di lotta: la comunicazione oggi viaggia anche attraverso vari altri canali, e soprattutto è importante anche elaborare nuove linee d’azione rinforzando gli schieramenti.
Quindi non temete: sto ancora lavorando per voi (o, meglio, per noi tutti), anche se mi vedrete meno sul teleschermo.
Vi terrò aggiornati sulle novità: presto ce ne saranno, e non saranno di poco rilievo. Per ora mi appello alla vostra pazienza, confidando sempre nel vostro sostegno e collaborazione.
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Sì, sono sopravvissuta alla delusione per la mia mancata elezione al Parlamento europeo (che peraltro, è ovvio, era stata ampiamente messa in conto), ma soprattutto alla “mazzata” del 40% al PD.
Certo, per chi milita contro l’euro e la dittatura bancocratica sovrazionale, una vittoria del partito che più fortemente sostiene tali forze non può che essere un trauma.
Ma si sa, nella lotta per il raggiungimento di obiettivi fondamentali e nobili come la vera democrazia, la libertà dei Popoli ed il recupero della centralità del bene della collettività nell’alveo degli interessi che un Stato deve perseguire, una sconfitta non può di certo scoraggiare al punto di rinunciare a combattere.
Pertanto, vorrei tranquillizzare tutti coloro che, con impagabile premura ed affetto, mi hanno scritto nei giorni scorsi, per darmi ancora una volta il loro sostegno e pregandomi di non mollare. Non ci penso proprio.
Ma è necessario, vista la situazione, un cambio di passo e di strategia.
Di fronte ad un panorama politico europeo in cui i partiti euroscettici hanno sfondato ovunque, tranne che in Italia, è doveroso fermarsi a riflettere e, soprattutto, osservare per un po’ l’evolversi degli eventi.
Siamo nella fase cosiddetta di “luna di miele” fra Renzi ed il suo elettorato: tutte le speranze e le aspettative sono riposte nelle esorbitanti promesse e rosee previsioni diffuse dal nostro Presidente del Consiglio. Quanto durerà, non possiamo dirlo oggi, ma è ragionevole pensare che già in autunno il palcoscenico del magnifico show renziano comincerà a scricchiolare. Per il crollo vero e proprio ci vorrà un po’ più tempo, dato che sicuramente ai primi segnali di cedimento interverranno in suo soccorso i suoi supporters della Troika e gli “Illuminati” del giro buono della finanza e dell’impresa multinazionale, rassicurando i cosiddetti “mercati” e gli elettori preoccupati raccontando che “la ripresa si vede” e altre bufale che già conoscete.
Ma mentre noi cittadini siamo notoriamente dei boccaloni (non tutti grazie a Dio, ma in gran parte), i “mercati” credono ai proclami solo finché c’è almeno un margine di verosimiglianza, dopo di che battono in ritirata mandando all’aria tutti i castelli di carte. E se la situazione economica dell’eurozona, al di là dei falsi messaggi che diffondono i media compiacenti, non vedrà una vera ripresa (traducibile in termini di diminuzione della disoccupazione, ripresa dei consumi ed altri indicatori reali), il disagio e le tensioni sociali già minacciosamente cresciute, ma sino ad oggi ancora sotto controllo, finiranno per esplodere.
Capire questo, non significa “fare i gufi”, ma semplicemente guardare un po’ più in là del proprio naso.
In buona sostanza, è possibile che il terremoto che porterà al crollo del sistema dell’eurozona arrivi entro il prossimo anno, ben prima quindi che da noi si creino le condizioni politiche tali da rendere possibile l’uscita dall’euro del nostro Paese prima del breakup. Quel giorno, come dice Bagnai, per chi siederà al governo sarà il giorno del giudizio. Ma non voglio ora indugiare oltre in previsioni funeste o metafore bibliche.
Voglio soltanto ribadire ancora una volta la mia ferma convinzione: l’euro salterà, nonostante tutte le misure ed i trucchetti che metteranno in campo per salvarlo. Il giorno dopo, ci sarà da raccogliere i cocci e cominciare a ricostruire.
Nel frattempo, però, non ce ne staremo con le mani in mano.
Cosa faccio quindi ora? Mi rimetto a studiare. Ritengo che la preparazione e la competenza siano sempre l’arma migliore per combattere le guerre ideologiche e contrastare la propaganda che come un fango-cemento a presa rapida tiene in piedi la palafitta europea. Solo una forte corrente di acqua limpida può sciogliere quel fango e mettere a nudo la precarietà della costruzione eurocentrica che ci sta distruggendo, e che ci viene invece data per irreversibile ed indistruttibile.
Starò quindi, per ragioni di tempi e priorità, un po’ più defilata dal punto di vista mediatico. I programmi tv attraverso i quali molti di voi mi hanno conosciuta continuano a cercarmi, ma ho dovuto cominciare a dire di no. L’esposizione mediatica e la disponibilità ad un confronto assiduo con i mentitori del sistema non è l’unica forma di lotta: la comunicazione oggi viaggia anche attraverso vari altri canali, e soprattutto è importante anche elaborare nuove linee d’azione rinforzando gli schieramenti.
Quindi non temete: sto ancora lavorando per voi (o, meglio, per noi tutti), anche se mi vedrete meno sul teleschermo.
Vi terrò aggiornati sulle novità: presto ce ne saranno, e non saranno di poco rilievo. Per ora mi appello alla vostra pazienza, confidando sempre nel vostro sostegno e collaborazione.
Restate in zona….
Francesca Donato
3 replies to “RIECCOMI QUI”
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