Per capire il motivo dell’allarme lanciato dalle opposizioni riguardo al possibile utilizzo del MES da parte del nostro Paese, è necessario richiamare due antefatti.
In un articolo del Sole24Ore del 6 dicembre 2018 veniva denunciata l’immensa esposizione delle maggiori banche del mondo su derivati e prodotti tossici. Come si vede nello schema riportato, per il comparto europeo, la Deutsche Bank era (ed è tuttoora) la più esposta, per una somma superiore a quaranttotomila miliardi di euro (Fonte R& S Mediobanca).
In questa allarmante classifica troviamo la prima banca italiana al diciottesimo posto, Banca Intesa, esposta per poco meno di tremila miliardi. Sarà per questo, che il Fondo Monetario Internazionale ha definito la tedesca Deutsche Bank come “la più grande fonte potenziale al mondo di shock esterni per il sistema finanziario”, correva l’anno 2019.
Secondo elemento, più remoto. Grazie all’operato di Prodi, allorché si decise di fissare il cambio delle valute nazionali per adottare l’euro, 1927 lire virgola qualcosa fu il controvalore per l’Italia.
Abbiamo quindi fissato la nostra forza monetaria ad un cambio che soddisfaceva esigenze finanziarie di altri Paesi, ma che non rispettava le differenze economie dell’eurozona. Nonostante ciò, oggi c’è una cospicua schiera di giornalisti ed economisti disposti a genuflettersi di fronte al mortadellone. Ci sarebbe molto da dire, ma poco tempo e spazio.
Saltiamo al 2012, quando, con una sostanziale truffa, il governo italiano guidato da un altro grande liquidatore di proprietà pubbliche, Mario Monti ha sottoscritto la prima versione del MES, lasciandoci sperare di non dovervi mai ricorrere, ovvero sperare di non spirare.
Ma cos’è il MES?
Si tratta di un fondo che viene dapprima finanziato dagli Stati che ci mettoono miliardi (sottratti quindi alla propria spesa: sanità, assistenza sociale, investimenti pubblici eccetera), e che poi ne concede una parte – in caso siano necessari – allo Stato che ne fa richiesta, dietro l’impegno ad adottare, poi, aggiustamenti macroeconomici per rientrare nei parametri stabili, dal Fiscal Compact attraverso la ristrutturazione del debito, quindi sotto rigorose condizionalità (art. 136 TFUE). La calamità naturale, quella che sta colpendo il mondo intero, non c’entra nulla.
Quanto rigorose sono queste condizionalità? Lo stabilisce la governance del fondo. Abbiamo un esempio?
La Grecia: aeroporti svenduti a colossi tedeschi, porti a giganti cinesi, acquedotti privatizzati e, naturalmente, macelleria sociale: tassazione aumentata per tutti spesa sanitaria ridotta, spesa sociale azzerata, pensioni dimezzate e simili amenità. Ma dove sono andati i soldi risparmiati per la spesa pubblica? A salvare banche estere, istituti di credito esposti (!) e non solo teutonici.
Gli eurobond sarebbero stata tutta un’altra storia. Un po’ come la cavalleria americana in soccorso del fortino sotto assedio, avrebbero costituito un aiuto vero, senza il cappio dell’asservimento politico-economico a poteri decisori sovranazionali, quale è di fatto il MES.
Il lettore si farà una chiara e distinta idea dei media che mentono, rispetto a quelli che riportano da, oggettivi, esaminando il modo in cui viene raccontata la vicenda del 9 aprile 2020. Chi dice che gli eurobond sono rimanda, e il MES è depotenziato, non racconta la verità.
Gli eurobond, dopo questo passaggio, saranno ancora meno proponibili e le condizionalità del MES, ovvero il commissariamento riguardo a tutte le principali scelte di politica economica e fiscale interna, sono soltanto sospese per l’emergenza. Ma è così che fanno gli usurai: ti prendono per fame, ti soccorrono mentre stai agonizzando, e poi ti tengono in vita finché c’è denaro da spillarti.
I maggiori responsabili di tutto questo non sono gli Olandesi in quanto Olandesi, o i Tedeschi, o i Finlandesi, intendiamoci. Sono le massime cariche dello Stato italiano, che a reti unificate ci raccontano di aver vinto la partita e portato a casa il risultato, anzi, di non accettare le condizionalità del MES come s’era detto fino al giorno precedente, 8 aprile. È responsabile il Presidente della Repubblica, che aveva violato l’artocolo 21 della Costituzione – bisogna ricordarlo sempre – dichiarando di aver rifiutato la carica di Savona al ministero dell’economia nel 2018, perché cinque anni prima aveva scritto un libro sulla sovranità monetaria, introducendo così il reato di opinione, o, quantomeno, il suo valore ostativo alla carica di ministro delle finanze.
Siamo in democrazia, dunque liberi di pensarla come la pensa il Presidente?… E poi il tiranno è Putin!
Quello stesso Presidente della Repubblica che non batté ciglio di fronte alla formazione del governo giallorosso, nonostante gli stessi ministri (per esempio Provenzano) avessero dichiarato apertamente di “unirsi con lo sputo” pur di non permettere ai cittadini di votare, visto che i sondaggi annunciavano che ci sarebbe stato un Salvini al potere in caso di elezioni.
Dunque il governo non è rappresentativo, ed è stato costituito per evitarne uno rappresentativo, ma la rappresentatività è uno dei requisi, fondamentali della Costituzione italiana, per il fatto che è democratica, quindi il Presidente della Repubblica avrebbe dovuto sciogliere le camere e permettere il voto. Il Premier nominato due anni fa sembrava intenzionato a battersi per l’Italia, invece all’Eurogruppo il suo Ministro all’economia Gualtieri è entrato per trattare sul MES e introdurre gli eurobond senza alcun previo passaggio parlamentare; è uscito con un primo sì al MES e nulla di fatto sugli eurobond.
Mentre in Italia il governo si è limitato ad accordare garanzie alle imprese perché contraggano prestiti dalle banche per poter pagare le tasse, sospese fino a maggio, in Germania sono stati accordati finanziamenti a fondo perduto dal governo, e i bonifici sui conto correnti sono già arrivati.
Sì, il Paese con il maggior numero di terapie intensive d’Europa e il minor numero di decessi, il Paese che ha conosciuto il Covid -19 quasi un mese dopo l’Italia ha già effettuato donazioni alle sue partite iva di 5.000 euro, con l’aggiunta di 9.000 euro per il titolare che ha fino a 5 dipendenti. Tutti erogati subito, nella previsione che si possa rimanere sei mesi in questa incresciosa situazione. Quindi, se dovesse risolversi domani mattina, cosa possibile dato che i laboratori specializzati del mondo stanno cercando il vaccino ed effettuando sperimentazioni sulle terapie, quei soldi oramai sono presi, per chi li ha presi. Da noi bisogna usare la stessa formula, ma spostando una sola lettera che cambia tutto: i nostri soldi, oramai, son persi, per chi li ha persi, ovvero i più deboli, e non solo gli indigenti, i proletari, ma anche i debitori già strozzati e segnalati in CRIF.
Quindi: l’Eurogruppo sceglie di falcidiare i Paesi più deboli, Conte fa lo stesso con i cittadini.
Intanto, il Regno Unito ha varato un «pacchetto senza precedenti» da 350 miliardi di sterline a sostegno del mondo produttivo e del mercato del lavoro e, come si fa in tempi bui, taglio delle tasse.
Della Fed, la banca centrale USA, sappiamo ampiamente: 2000 miliardi con bonifici sui conti correnti.
Da noi, primo Paese occidentale colpito e ancora in pieno coprifuoco, una diretta tv ogni tre giorni: con quella parlata sempre un po’ strascicata che dice: “nessuno verrà lasciato solo” “nessuno perderà il lavoro” “faremo” “diremo” “daremo”, ecc.
Il sito dell’INPS ad oggi non ha ancora erogato un bonifico che sia uno, della misera somma di 600 euro per le partite iva.
“A partire dal 15 aprile” dicono, già, ma ad arrivare esattamente quando? “Lo voglio dire molto chiaramente, nessuno verrà lasciato solo”. Che sia solo un dei tanti slogan, ormai l’abbiamo capito.
Siccome la valanga del MES causerebbe una spoliazione dei beni pubblici, con prelievi forzosi et similia, perché non ci tiriamo fuori dal pantano da soli? L’Italia è ancora uno Stato integro, checché se ne dica, può emettere una sua moneta. Lo può fare subito, e finanziarsi senza ricorrere agli strozzini. Con buona pace dell’Olanda, che vende tulipani, droga e sesso, noi siamo l’Italia, quarta riserva aurea del mondo.
Quanto durerà ancora questa inerzia? Quanto possiamo resistere, abbandonati di fatto a noi stessi, rinchiusi nelle nostre quattro mura, col dubbio di non riuscire a fare la spesa, a pagare le rate, vedendo sfumare giorno per giorno le possibilità lavorative a cui riusciamo a pensare?
Fino a quando riusciremo ad assistere a questo spudorato maltrattamento della cosa pubblica (salute, lavoro, assistenza, investimenti)? Non serve promettere di fare, per poi ammettere che si sta combattendo per far accettare le nostre condizioni, nelle sedi di un consesso costituito da opportunisti sfruttatori e sciacalli, quando siamo in ginocchio di fronte a loro. Serve dire: “Preferiamo arrangiarci”, agire internamente e aspettare che la Deutsche Bank imploda su se stessa, magari tirandosi dietro l’economia tedesca, così, nel caso, offriremo loro il MES.
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AllarMES
Per capire il motivo dell’allarme lanciato dalle opposizioni riguardo al possibile utilizzo del MES da parte del nostro Paese, è necessario richiamare due antefatti.
In un articolo del Sole24Ore del 6 dicembre 2018 veniva denunciata l’immensa esposizione delle maggiori banche del mondo su derivati e prodotti tossici. Come si vede nello schema riportato, per il comparto europeo, la Deutsche Bank era (ed è tuttoora) la più esposta, per una somma superiore a quaranttotomila miliardi di euro (Fonte R& S Mediobanca).
In questa allarmante classifica troviamo la prima banca italiana al diciottesimo posto, Banca Intesa, esposta per poco meno di tremila miliardi. Sarà per questo, che il Fondo Monetario Internazionale ha definito la tedesca Deutsche Bank come “la più grande fonte potenziale al mondo di shock esterni per il sistema finanziario”, correva l’anno 2019.
Secondo elemento, più remoto. Grazie all’operato di Prodi, allorché si decise di fissare il cambio delle valute nazionali per adottare l’euro, 1927 lire virgola qualcosa fu il controvalore per l’Italia.
Abbiamo quindi fissato la nostra forza monetaria ad un cambio che soddisfaceva esigenze finanziarie di altri Paesi, ma che non rispettava le differenze economie dell’eurozona. Nonostante ciò, oggi c’è una cospicua schiera di giornalisti ed economisti disposti a genuflettersi di fronte al mortadellone. Ci sarebbe molto da dire, ma poco tempo e spazio.
Saltiamo al 2012, quando, con una sostanziale truffa, il governo italiano guidato da un altro grande liquidatore di proprietà pubbliche, Mario Monti ha sottoscritto la prima versione del MES, lasciandoci sperare di non dovervi mai ricorrere, ovvero sperare di non spirare.
Ma cos’è il MES?
Si tratta di un fondo che viene dapprima finanziato dagli Stati che ci mettoono miliardi (sottratti quindi alla propria spesa: sanità, assistenza sociale, investimenti pubblici eccetera), e che poi ne concede una parte – in caso siano necessari – allo Stato che ne fa richiesta, dietro l’impegno ad adottare, poi, aggiustamenti macroeconomici per rientrare nei parametri stabili, dal Fiscal Compact attraverso la ristrutturazione del debito, quindi sotto rigorose condizionalità (art. 136 TFUE). La calamità naturale, quella che sta colpendo il mondo intero, non c’entra nulla.
Quanto rigorose sono queste condizionalità? Lo stabilisce la governance del fondo. Abbiamo un esempio?
La Grecia: aeroporti svenduti a colossi tedeschi, porti a giganti cinesi, acquedotti privatizzati e, naturalmente, macelleria sociale: tassazione aumentata per tutti spesa sanitaria ridotta, spesa sociale azzerata, pensioni dimezzate e simili amenità. Ma dove sono andati i soldi risparmiati per la spesa pubblica? A salvare banche estere, istituti di credito esposti (!) e non solo teutonici.
Gli eurobond sarebbero stata tutta un’altra storia. Un po’ come la cavalleria americana in soccorso del fortino sotto assedio, avrebbero costituito un aiuto vero, senza il cappio dell’asservimento politico-economico a poteri decisori sovranazionali, quale è di fatto il MES.
Il lettore si farà una chiara e distinta idea dei media che mentono, rispetto a quelli che riportano da, oggettivi, esaminando il modo in cui viene raccontata la vicenda del 9 aprile 2020. Chi dice che gli eurobond sono rimanda, e il MES è depotenziato, non racconta la verità.
Gli eurobond, dopo questo passaggio, saranno ancora meno proponibili e le condizionalità del MES, ovvero il commissariamento riguardo a tutte le principali scelte di politica economica e fiscale interna, sono soltanto sospese per l’emergenza. Ma è così che fanno gli usurai: ti prendono per fame, ti soccorrono mentre stai agonizzando, e poi ti tengono in vita finché c’è denaro da spillarti.
I maggiori responsabili di tutto questo non sono gli Olandesi in quanto Olandesi, o i Tedeschi, o i Finlandesi, intendiamoci. Sono le massime cariche dello Stato italiano, che a reti unificate ci raccontano di aver vinto la partita e portato a casa il risultato, anzi, di non accettare le condizionalità del MES come s’era detto fino al giorno precedente, 8 aprile. È responsabile il Presidente della Repubblica, che aveva violato l’artocolo 21 della Costituzione – bisogna ricordarlo sempre – dichiarando di aver rifiutato la carica di Savona al ministero dell’economia nel 2018, perché cinque anni prima aveva scritto un libro sulla sovranità monetaria, introducendo così il reato di opinione, o, quantomeno, il suo valore ostativo alla carica di ministro delle finanze.
Siamo in democrazia, dunque liberi di pensarla come la pensa il Presidente?… E poi il tiranno è Putin!
Quello stesso Presidente della Repubblica che non batté ciglio di fronte alla formazione del governo giallorosso, nonostante gli stessi ministri (per esempio Provenzano) avessero dichiarato apertamente di “unirsi con lo sputo” pur di non permettere ai cittadini di votare, visto che i sondaggi annunciavano che ci sarebbe stato un Salvini al potere in caso di elezioni.
Dunque il governo non è rappresentativo, ed è stato costituito per evitarne uno rappresentativo, ma la rappresentatività è uno dei requisi, fondamentali della Costituzione italiana, per il fatto che è democratica, quindi il Presidente della Repubblica avrebbe dovuto sciogliere le camere e permettere il voto. Il Premier nominato due anni fa sembrava intenzionato a battersi per l’Italia, invece all’Eurogruppo il suo Ministro all’economia Gualtieri è entrato per trattare sul MES e introdurre gli eurobond senza alcun previo passaggio parlamentare; è uscito con un primo sì al MES e nulla di fatto sugli eurobond.
Mentre in Italia il governo si è limitato ad accordare garanzie alle imprese perché contraggano prestiti dalle banche per poter pagare le tasse, sospese fino a maggio, in Germania sono stati accordati finanziamenti a fondo perduto dal governo, e i bonifici sui conto correnti sono già arrivati.
Sì, il Paese con il maggior numero di terapie intensive d’Europa e il minor numero di decessi, il Paese che ha conosciuto il Covid -19 quasi un mese dopo l’Italia ha già effettuato donazioni alle sue partite iva di 5.000 euro, con l’aggiunta di 9.000 euro per il titolare che ha fino a 5 dipendenti. Tutti erogati subito, nella previsione che si possa rimanere sei mesi in questa incresciosa situazione. Quindi, se dovesse risolversi domani mattina, cosa possibile dato che i laboratori specializzati del mondo stanno cercando il vaccino ed effettuando sperimentazioni sulle terapie, quei soldi oramai sono presi, per chi li ha presi. Da noi bisogna usare la stessa formula, ma spostando una sola lettera che cambia tutto: i nostri soldi, oramai, son persi, per chi li ha persi, ovvero i più deboli, e non solo gli indigenti, i proletari, ma anche i debitori già strozzati e segnalati in CRIF.
Quindi: l’Eurogruppo sceglie di falcidiare i Paesi più deboli, Conte fa lo stesso con i cittadini.
Intanto, il Regno Unito ha varato un «pacchetto senza precedenti» da 350 miliardi di sterline a sostegno del mondo produttivo e del mercato del lavoro e, come si fa in tempi bui, taglio delle tasse.
Della Fed, la banca centrale USA, sappiamo ampiamente: 2000 miliardi con bonifici sui conti correnti.
Da noi, primo Paese occidentale colpito e ancora in pieno coprifuoco, una diretta tv ogni tre giorni: con quella parlata sempre un po’ strascicata che dice: “nessuno verrà lasciato solo” “nessuno perderà il lavoro” “faremo” “diremo” “daremo”, ecc.
Il sito dell’INPS ad oggi non ha ancora erogato un bonifico che sia uno, della misera somma di 600 euro per le partite iva.
“A partire dal 15 aprile” dicono, già, ma ad arrivare esattamente quando? “Lo voglio dire molto chiaramente, nessuno verrà lasciato solo”. Che sia solo un dei tanti slogan, ormai l’abbiamo capito.
Siccome la valanga del MES causerebbe una spoliazione dei beni pubblici, con prelievi forzosi et similia, perché non ci tiriamo fuori dal pantano da soli? L’Italia è ancora uno Stato integro, checché se ne dica, può emettere una sua moneta. Lo può fare subito, e finanziarsi senza ricorrere agli strozzini. Con buona pace dell’Olanda, che vende tulipani, droga e sesso, noi siamo l’Italia, quarta riserva aurea del mondo.
Quanto durerà ancora questa inerzia? Quanto possiamo resistere, abbandonati di fatto a noi stessi, rinchiusi nelle nostre quattro mura, col dubbio di non riuscire a fare la spesa, a pagare le rate, vedendo sfumare giorno per giorno le possibilità lavorative a cui riusciamo a pensare?
Fino a quando riusciremo ad assistere a questo spudorato maltrattamento della cosa pubblica (salute, lavoro, assistenza, investimenti)? Non serve promettere di fare, per poi ammettere che si sta combattendo per far accettare le nostre condizioni, nelle sedi di un consesso costituito da opportunisti sfruttatori e sciacalli, quando siamo in ginocchio di fronte a loro. Serve dire: “Preferiamo arrangiarci”, agire internamente e aspettare che la Deutsche Bank imploda su se stessa, magari tirandosi dietro l’economia tedesca, così, nel caso, offriremo loro il MES.